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AISE – 250907 – Gli Esuli discriminati dalle ASL

ROMA\ aise\ – "Gli Esuli giuliano-dalmati italiani dopo 60 anni continuano ad essere discriminati dalle ASL e dalle strutture sanitarie in tutta Italia: vengono registrati come nati in Jugoslavia, Serbia-Montenegro, Croazia, Slovenia, se non addirittura considerati apolidi e non mancano i casi in cui viene chiesto loro il pagamento della prestazione sanitaria come se fossero extracomunitari". È la denuncia dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che ieri ha sollevato la questione direttamente col Ministro della Salute, Livia Turco.
Il Segretario Nazionale Fabio Rocchi ha infatti invitato il ministro ad intervenire su tutte le strutture sanitarie del Paese, affinché venga data piena applicazione della Legge 54/1989 e della recentissima Circolare del Ministero dell’Interno che impongono, per i cittadini italiani nati prima del Trattato di Pace nei territori ceduti alla Jugoslavia, l’indicazione unicamente del Comune di nascita in lingua italiana.
Riferendosi ai quotidiani casi che vengono segnalati in tutte le Regioni d’Italia, Rocchi ha parlato di "un ulteriore schiaffo morale ai componenti della nostra comunità, che dopo 60 anni vengono ancor oggi oltraggiati da atteggiamenti di incomprensione, intolleranza e trattati talvolta alla stregua di extracomunitari".
La richiesta dell’Anvgd ventila la possibilità che, nel caso non si provveda al più presto, "l’unico strumento in mano agli Esuli rimarrà la denuncia caso per caso alle competenti autorità per l’ipotesi di reato di omissione d’atti d’ufficio e falso in atto pubblico, eventualità questa", conclude Rocchi, "che ovviamente non auspichiamo ma che, senza un Suo autorevole intervento, potrebbe essere l’unica strada per vedere rispetta una legge che viene invece largamente ignorata". (aise)

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