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AL C.P. di Padriciano un centro di prodotti tipici (Il Piccolo 13 lug)

di GABRIELLA ZIANI

Il baratto funziona ancora, più degli infidi trucchi della finanza. È quello che pensa oggi la Provincia dopo aver concluso una vittoriosa trattativa col Demanio, in conseguenza della quale cambia un’altra volta nel giro di poco tempo il vestito dell’ex Campo profughi di Padriciano nel Piano regolatore. Ma non solo: anche l’Istituto nautico, con questa operazione, diventa proprietà di Palazzo Galatti.

Di fatto la Provincia e non solo il Comune hanno in corso colloqui con l’agenzia dei beni immobili statali, in un fitto soppeso dei rispettivi beni, che ciascuno vuole avere, o dare, o vendere, o far fruttare. Risultato della scorsa settimana: la Provincia ha ottenuto di poter cedere al Demanio tre caserme, quelle di via dell’Istria e di via Hermet, più quella di San Dorligo, delle quali possedeva i muri, con conseguente obbligo di manutenzioni. E di avere in cambio appunto l’ex Campo profughi di Padriciano, cui nel frattempo il sindaco Dipiazza (considerando di fare «un bel regalo al Demanio» mentre il Comune si disfaceva di un bene pesante e inutilizzabile) aveva cambiato destinazione d’uso nel Piano regolatore, iscrivendo i 43 mila metri quadrati dell’ex rifugio dei profughi istriani, già sede di una bellissima mostra sull’esodo, come «zona omogenea 01», ovvero assegnandole funzioni miste e varie, residenziali, alberghiere, museali, espositive, di piccolo commercio. Una libertà potenzialmente appetibile per investitori di diversa natura.

Ma è intervenuto l’interesse della Provincia, che ora porta a casa non solo questo patrimonio, ma anche appunto l’Istituto Nautico. Il palazzo dell’antica scuola, fondata già sotto Maria Teresa d’Austria, era infatti di proprietà demaniale.

«È stato un grande successo ottenuto dall’assessore Mariella De Francesco – dice la presidente, Maria Teresa Bassa Poropat -, le caserme ci costavano e poco potevamo fare, mentre al contrario era complicatissimo intervenire sulle necessità del Nautico, così bisognoso di restauri. In tutta Italia – aggiunge Poropat raggiante – sembra che la nostra sia la quinta trattativa col Demanio andata così a buon fine, ne siamo felici».

Il sindaco stesso l’altro giorno aveva citato questo cambiamento nel Piano regolatore, dicendosi in attesa di sapere dalla Provincia quale destinazione d’uso intenda ora dare al dismesso campo di Padriciano. «Vogliamo farci un centro per il rilancio dell’eno-gastronomia territoriale – spiega Poropat -, l’accordo di programma con l’esatto computo dei valori e delle cifre sarà concluso col Demanio entro luglio, e così saremo anche in tempo per chiedere gli specifici finanziamenti europei, quel posto potrebbe diventare sede dei vari consorzi produttivi della provincia triestina, un luogo di valorizzazione e promozione dei prodotti locali». Mercoledì De Francesco porterà la delibera in Giunta.

In questa partita non poteva essere conservata una destinazione d’uso così «appetitosa». All’ex Campo profughi l’etichetta residenziale e turistica avrebbe regalato un valore commerciale tanto alto che il Demanio non avrebbe potuto accontentarsi di sole tre caserme in cambio. Evidentemente la partita a tre si è infine composta e tutti portano a casa il risultato che andavano cercando.

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