Si è svolta a Roma, a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, l’appuntamento conclusivo della serie di convegni di studio su Dante Adriaticus, promosso dal Comitato provinciale di Roma dell’ANVGD, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Alla fine di un percorso costellato di convegni, incontri e mostre che sono partite da Roma per coinvolgere Roma, Verona e Pola, è stato presentato il volume “Dante Adriaticus. Atti dei convegni internazionali di studi”, a cura di Donatella Schürzel, presidente del Comitato scientifico del progetto e dei membri del Comitato scientifico, composto da Eufemia Giuliana Budicin, Maria Grazia Chiappori, Lorenzo Salimbeni e Barbara Vinciguerra. Il libro, pubblicato da Gammarò, una collana dell’editore Oltre (che vede in veste di editore lo scrittore Diego Zandel, noto al nostro pubblico), raccoglie contributi di ventidue studiosi italiani provenienti dal mondo accademico, dalla comunità degli esuli come anche degli storici dalla Slovenia e dalla Croazia, come Kristjan Knez e Giovanni Radossi.
Premiato il progetto
La presentazione del libro è stata arricchita dall’occasione speciale del conferimento della Medaglia del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al progetto culturale “Dante Adriaticus”, definito un progetto importantissimo per la lingua e la cultura italiana nelle terre dell’Adriatico orientale, che Dante definì nella sua “Divina Commedia” il confine orientale della sua terra sognata, l’Italia, che ai suoi tempi cominciava a delinearsi come comunità di lingua e cultura. Cosi Dante concepì un’Italia “com’a Pola presso del Carnaro, ch’Italia chiude e i suoi termini bagna”, con riferimento alla necropoli romana di Pola, che l’illustre poeta ebbe quasi sicuramente modo di vedere durante un soggiorno istriano, ha ricordato aprendo l’incontro Donatella Schürzel.
Presente una delegazione istriana
Gli atti sono stati presentati con un’accurata lettura dei contributi fatta dalla professoressa Ester Capuzzo, dell’Università la Sapienza. I saluti del sindaco di Roma sono stati portati dal vicesindaco, Pierluigi Sanna, che ha dato il benvenuto alla folta delegazione giunta dalla città di Pola, con a capo il vicesindaco in quota CNI, Bruno Cergnul. E hanno parlato della rilevanza di questo progetto che trascende l’aspetto linguistico (Dante nella sua “Vulgari eloquentia” parla anche dell’istrioto come dialetto italiano) e anche quello culturale e che si pone oggi in una nuova ottica europea, che vede l’Adriatico unire le sue due sponde anche il presidente nazionale dell’ANVGD, Renzo Codarin e il presidente della Federesuli, il professor Giuseppe de Vergottini.
Il viaggio del Sommo poeta
Infine, il professor Giulio Ferroni, insigne accademico e a suo tempo professore alla Sapienza, che ha segnato la storia della letteratura italiana con i suoi contributi su Niccolò Machiavelli, Pietro Aretino e soprattutto su Dante, ha tenuto una Lectio magistralis in cui ha ripercorso il viaggio di Dante, quello letterario ma anche quello presumibilmente fisico, nelle terre dell’Adriatico orientale. Il professor Ferroni ha tracciato un quadro geo-culturale dell’interesse di Dante per i territori dell’Adriatico orientale, formulato sulla sua esperienza personale dei viaggi seguendo le tracce, reali e ipotetiche, di un Dante fondatore non solo della lingua, ma anche della coscienza nazionale italiana.
Hanno partecipato alla serata anche la presidente della Società Dante Alighieri di Pola, Kristina Fedel, e la presidente emerita Silvana Wruss, alla quale era stata conferita, in occasione della tappa di Pola, una targa per il suo contributo alla lingua e alla cultura italiana nel segno di Dante Alighieri. Dopo la presentazione solenne degli Atti danteschi è stata inaugurata, a Palazzo Valentini, una mostra di fotografie che ripercorre tutte le tappe del progetto Dante Adriaticus nelle varie sedi, curata da Gianni Schürzel.
Damir Grubiša
Fonte: La Voce del Popolo – 11/05/2022