ALBONA La denominazione ufficiale della città deve essere bilingue. Perciò, il nome «Albona» deve comparire esplicitamente anche sulla segnaletica stradale. Questa richiesta sta riscaldando la scena politica nell’ex centro minerario ed è stata avanzata dal Consiglio municipale per la minoranza italiana.
L’organismo è stato costituito in seguito all’entrata in vigore della Legge costituzionale sulla tutela delle minoranze. Il suo presidente Tullio Vorano, direttore del Museo civico e da sempre schierato a tutela dei connazionali albonesi, spiega che le ragioni della richiesta sono unicamente di natura storica. «Il toponimo Albona – precisa – è stato ufficialmente usato a partire dal secondo secolo a.C. fino al 1945. Inoltre, noi vorremmo soltanto metterci in linea con gli altri comuni e città bilingui dell’Istria, come Pola, Dignano, Rovigno, Verteneglio. Per fare solo qualche esempio».
Vorano ha formulato la proposta durante la recente riunione congiunta dei Consigli per le nazionalità italiana e bosgnacca. Il presidente di quest’ultimo, Mehmed Dzekic, la ha ampiamente appoggiata richiamandosi a una questione di principio. «Con la nascita dello Stato sovrano e indipendente di Croazia – ha detto – in molte località istriane sono stati ripristinati lo stradario e i toponimi storici. Tale regola, perciò, dovrebbe essere valida anche per Albona».
Quali sono i passi successivi per arrivare all’importante traguardo? Il tema sarà ora affrontato dal Consiglio municipale la cui maggioranza, formata dalla Ddi e dai Socialdemocratici, che quindi invierà una richiesta ufficiale al Parlamento croato sulla modifica della denominazione ufficiale della città. In sostanza, alla fine, da «Labin» si dovrebbe passare a «Labin-Albona».
Una richiesta analoga al Consiglio municipale era stata inviata circa un anno fa anche dalla Comunità degli italiani, senza però ottenere alcuna risposta. Lo conferma la sua presidente Daniela Mohorovic, aggiungendo che in ogni caso la collaborazione con l’amministrazione municipale rimane di alto spessore.Tra l’altro, il sindaco Tullio Demetlika è socio della Comunità stessa.
La collaborazione risulterebbe invece lacunosa nei confronti del Consiglio per la nazionalità italiana. Tullio Vorano vorrebbe infatti un maggiore dialogo ed essere anche invitato insieme agli esponenti delle altre minoranze sul territorio alle riunioni del Consiglio municipale.
Negli ultimi tempi, l'italianità ha riguadagnato ad Albona qualcuna delle numerose posizioni perdute nell’immediato dopoguerra, quando tra l’altro venne soppressa la scuola italiana. Nel marzo 2007, infatti, in «cittavecchia» sono state ricollocate le tabelle bilingui dello stradario. L’operazione era stata sostenuta finanziariamente dalla casse municipali con l’importo di 5.500 euro. Il sogno dei connazionali albonesi rimane ora la riapertura della scuola italiana anche se il relativo percorso presenta molte insidie e ostacoli soprattutto di natura politica. Bisognerebbe, infatti, anche verificare se effettivamente il numero degli alunni sia tale da giustificare l’impresa. Qualcuno suggerisce l’introduzione di sezioni scolastiche bilingui, ossia una maggiore presenza dell’italiano nelle scuole croate. A conti fatti, comunque, sarà gradita ogni soluzione in grado di portare ossigeno alla fiammella dell’italianità albonese. (p.r.)