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Alemanno diserta il viaggio con gli studenti (Il Piccolo 28 feb)

Lo aspettavano al freddo nello spiazzo della foiba di Basovizza. Ma non era solo un classico ritardo. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, non c'era proprio, e nessuno era stato avvisato. L'altra sera, dopo che Roma è stata scossa dallo stupro di cui è rimasta vittima un'altra ragazza, e il Comune è finito in un mare di polemiche, Alemanno ha annullato il viaggio a Trieste assieme ai circa 300 studenti che per la terza volta ha organizzato sui luoghi della memoria e del ricordo, alla Risiera e alla Foiba, con tappe anche a Fiume e Aquileia. Sono arrivati i quattro pullman di ragazzi delle scuole superiori, partiti ieri mattina all'alba dalla capitale, e reduci da una sosta a Redipuglia. Quest'anno dormono e mangiano in un albergo di Grado, e tutta la logistica è garantita dagli allievi dell'istituto alberghiero Amerigo Vespucci. Al «Viaggio nella memoria» hanno aderito 39 scuole con sei studenti e due insegnanti a testa, accompagnati dall'assessore alla Famiglia, all'educazione e ai giovani Gianluigi De Palo, in rappresentanza del sindaco assente. Il viaggio di studio sulla «storia dimenticata» del confine orientale è preceduto a Roma, come hanno raccontato la preside del Vespucci Roberta Morgantini e il docente Nicola Eramo, da riunioni preparatorie con gli insegnanti e preventiva istruzione dei ragazzi, molti dei quali tuttavia si aspettavano di capire proprio da questo «tour» che cosa stavano visitando. Li hanno istruiti, nel piazzale, il sindaco Dipiazza (che con l'assessore De Palo ha deposto corone di alloro), il presidente della Lega nazionale Paolo Sardos Albertini e il docente Stefano Pilotto, illustrando per sommi capi le tragedie in successione che hanno colpito il confine orientale, e dando soprattutto peso, naturalmente, al dramma dei morti ammazzati che non sono diventati, per tanti anni, parte della memoria nazionale. Pilotto ha anche spiegato ai giovani la versione secondo cui non ci fu da parte degli yugoslavi solo una vendetta per le violenze fasciste in Slovenia, ma che si trattava di pulizia etnica «voluta da Tito per eliminare gli italiani in modo da poter pretendere davanti alle grandi potenze con più forza l'annessione di Trieste». Accanto a Dipiazza anche Licia Cossetto, la sorella di Norma, una vittima delle foibe. Gli studenti, che oggi saranno a Fiume e che fra varie tappe saranno portati all'ex campo profughi di Padriciano, domani vedranno anche il monumento a lei dedicato, prima di godersi un giro in piazza Unità e ripartire. «A scuola ci hanno spiegato – ha riferito a parte una giovane – che quanto è successo qui nel dopoguerra non era solo la conseguenza delle violenze fasciste, ma aveva origine in una lunga vicenda di sentimenti nazionalistici». (g. z.)

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