Venerdì 24 novembre alle ore 17:00 si svolgerà il consueto incontro in presenza presso la rinnovata sede del Comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia in via Duccio da Boninsegna 23: verranno affrontati alcuni argomenti che sono stati oggetto di precedenti conferenze suscitando interesse.
«Questa settimana ci troviamo per ragionare e discutere sul Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947, sulle limitazioni della sovranità italiana e sulle ferite ancora aperte» comunica Claudio Giraldi, Presidente dell’ANVGD Milano.
In effetti il Trattato che l’Italia firmò rappresenta la conseguenza della resa incondizionata accettata con l’armistizio corto di Cassibile, resa di pubblico dominio in maniera catastrofica l’8 settembre 1943 e confermata dall’armistizio lungo. Gli anglo-americani già a gennaio 1943 al termine della conferenza di Casablanca avevano dichiarato che avrebbero accettato solamente la resa incondizionata dei propri nemici, che così facendo avrebbero subito la debellatio, ovvero la perdita di sovranità e di personalità giuridica sul piano internazionale.
Come in molti hanno osservato, più che un Trattato di Pace, in cui per definizione avrebbero dovuto esserci margini di trattativa, l’Italia il 10 febbraio 1947 firmò un diktat: la cobelligeranza, la lotta partigiana e la resistenza passiva degli Internati Militari Italiani in Germania non erano servite a mitigare la volontà punitiva dei vincitori della Seconda guerra mondiale.
E a farne le spese furono soprattutto gli italiani del confine orientale.
Lorenzo Salimbeni