Anche l’Anvgd celebra la “Giornata europea di commemorazione delle vittime di tutti i totalitarismi”

Quando l’Unione europea si è ingrandita, essa è pure culturalmente maturata. Ed è pervenuta ad una memoria del ‘900 più completa e più onesta. Risoluzione Consiglio d’Europa 2006, Dichiarazione di Praga 2008, Relazione Commissione Europea 2010, Risoluzione Parlamento europeo 19.9.2019, Appello congiunto Baltici Polonia Romania 2022 etc. Si è passati dai soli antifascismo-antinazismo (con lo stalinismo che era una parentesi, un incidente della storia), alla comprensione piena del totalitarismo. Nelle sue due forme, nero-bruno e rosso. E si è colta nel 23 agosto, firma del patto Ribbentrop – Molotov, la data cruciale e simbolica.

È qualcosa che ci riguarda: i giuliano-dalmati hanno sperimentato entrambi i totalitarismi, si può affermare che attraverso di noi l’Italia ha conosciuto non solo il nazifascismo ma pure il comunismo. 

Questo ci avvicina ai tanti popoli dell’Europa centro-orientale che hanno subìto il calvario: liste di proscrizione, fosse comuni (o Foibe e Foibe d’acqua, mera variante pratica), talvolta prigionia e campi di lavoro, Esodo.

Un recente viaggio nei tre Paesi baltici (Estonia, Lettonia, Lituania) ci conferma in questo.

  1. Una Resistenza partigiana antisovietica, i “Fratelli della Foresta”, le cui cifre parlano di oltre 100mila combattenti lituani, 40mila, lettoni, 30mila estoni. Impegnarono 260mila unità sovietiche. Le operazioni si protrassero per anni e furono debellati solo a metà degli anni ’50.
  2. La deportazione: abbiamo parlato con lituani e lettoni che nei campi di lavoro ci sono nati, chi in Kazakistan, chi alla Kolyma, chi ben sopra il Circolo polare artico.
  3. l’Esodo: la fuga con imbarcazioni di fortuna, verso Svezia, Finlandia o un qualche paese occidentale, per il popolo estone raggiunse dimensioni bibliche: oltre 80mila su una popolazione di poco più di un milione, quasi uno su dieci.
  4. La Via Baltica. Non appena si allentò la morsa repressiva ( con la Perestroika) i tre popoli nella loro interezza si sollevarono e, scegliendo proprio la significativa data dei 50 anni dalla firma del Patto, il 23 agosto del 1989 attuarono la Via Baltica: da Tallin, passando per Riga, fino a Vilnius, una lunghissima, ininterrotta catena umana che si dispiegava per 680 chilometri, dove si tenevano mano nella mano più di due milioni di persone (su un totale di nemmeno nove milioni di abitanti!). 
  5. Le barricate. Contro il potere sovietico nelle tre capitali furono erette barricate: a febbraio del 1991 con macigni e blocchi di cemento portati da trattori e gru, si cinsero a difesa i palazzi delle istituzioni e le torri dei centri radiotelevisivi. Le barricate durarono fino ad agosto, quando fu finalmente proclamata l’Indipendenza. 
  6. E proprio sull’annullamento del patto Hitler-Stalin tale indipendenza veniva fondata, chiedendo alla comunità internazionale di riconoscere come questi tre stati, a differenza degli altri, non avessero avuto la restituzione dell’indipendenza all’indomani della Seconda guerra mondiale.

La data del 23 agosto è il perno del glorioso triennio 1989-91, un percorso che accomuna ed esalta queste tre piccole, fiere nazioni.

Valter Lazzari
Consigliere nazionale Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

La Via Baltica

 

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