Esodo, esodi, esilii, temi universali benché declinati nel tempo in tante e sempre dolorose varianti geografiche. Non meraviglia dunque la notizia che uno studente italo-tunisino, Nizar Braham, venticinquenne iscritto nell’Università di Tunisi de la Manouba, abbia recentemente sostenuto la tesi di Master in Lingua e Letteratura italiana avendo per oggetto il libro di Anna Maria Mori Nata in Istria, edito da Rizzoli nel 2006, ristampato nel 2013 nella Bur e Premio Recanati di quell’anno, dal quale nel 2009, su iniziativa dell’Anvgd nazionale, è stato tratto un adattamento per le scene, allestito a Roma nel Teatro San Marco del Quartiere Giuliano-Dalmata con la partecipazione di Leo Gullotta. Titolo della tesi del giovane Braham, L’istrianità tra passato e futuro: Nata in Istria di Anna Maria Mori.
L’impegno della scrittrice esule da Pola nella divulgazione degli eventi storici risale al 1993, anno in cui realizzò perla Rai un documentario in due puntate, Istria 1943-1993: cinquant’anni di solitudine, seguito da un altro nel 1997, Istria, il diritto alla memoria. Dell’anno successivo, il 1998, è Bora, edito da Frassinelli, libro a quattro mani scritto con Nelida Milani, nel quale per la prima volta la memoria dell’esodo giuliano è rivissuta da una scrittrice esule in patria e da un’esponente della comunità italiana «rimasta», autrice tra le più pregevoli della letteratura di lingua italiana nell’Istria contemporanea. Un successo editoriale comprovato da successive edizioni e diversi premi nazionali.
Nel 2009 l’Anvgd le ha conferito il Premio Giorno del Ricordo, sezione Letteratura, con la motivazione: «Scrittrice attenta ai valori della storia, giornalista di salda professionalità e riconosciuto impegno, a lei si devono i documentari Istria 1943-1993: cinquant’anni di solitudine, del 1993, e Istria, il diritto alla memoria, del 1997, trasmessi da RaiUno, primi contributi alla conoscenza, presso il grande pubblico televisivo, delle drammatiche vicende della Venezia Giulia al volgere della Seconda guerra mondiale. Con i volumi Bora (1999, due edizioni, scritto con Nelida Milani), e Nata in Istria (edito nel 2006), entrambi pluripremiati, ha offerto ulteriore ed originale materia di apprendimento e di riflessione sui temi dell’esodo e della memoria, vissuti in prima persona in quanto esule giovanissima da Pola, avendo tuttavia tradotto il ricordo della sofferenza e il sentimento dell’ingiustizia subìta in strumenti di confronto e di conoscenza condivisibili».
Ancora nel 2012 è uscito per Rizzoli L’anima altrove, compimento di una trilogia tutta dedicata alla sua Istria, al dolore della Storia e alla bellezza sovratemporale dei luoghi, nella convinzione che «se l’esodo ha a che vedere con la cronaca, la storia, la politica, l’esilio mi sembra piuttosto metastorico, metapolitico, psicologico, persino metafisico. È una condizione dell’essere, quello che si dice una “dimensione dello spirito», come si legge nella sua prefazione al libro. Un impegno dunque pluridecennale, per il quale le ha reso omaggio – tra i molti altri riconoscimenti – la “Biblioteca di pietra” realizzata dal Comune di Rimini nel febbraio 2014 e protesa sul mare per commemorare l’esodo degli italiani attraverso i più prestigiosi nomi della letteratura giuliana e dalmata: a Magris, Tomizza, Svevo, Sgorlon, Quarantotti Gambini, Saba, Slataper, i cui nomi sono incisi sui massi del nuovo molo, si accompagnano i nomi di Anna Maria Mori e Nelida Milani.
In occasione del 10 Febbraio 2014, la scrittrice polesana è intervenuta nel corso della solenne commemorazione del Giorno del Ricordo in Campidoglio, ricordando ancora una volta come «la dimensione dell’esilio diventa una dolorosa parte integrante della personalità dell’esule, del suo stare al mondo, della sua anima».
p. c. h.
Per approfondimenti si veda l’intervista pubblicata su “Difesa Adriatica” del novembre 2013, al link
