LUBIANA (ansa) – Giorgio Napolitano lascia Lubiana con un bilancio estremamente positivo e con la prospettiva di estendere e approfondire la cooperazione fra Italia e Slovenia; due Paesi che, dice, rispetto alle ferite dell'ultima guerra non potrebbero essere più riconciliati di così. Prima di partire, Napolitano confida la sua amarezza per il fatto che, sull'immagine internazionale dell'Italia "negli ultimi tempi il problema drammatico dell'emergenza rifiuti in Campania abbia preso un rilievo che forse va anche al di là di ogni giusta misura". Napolitano lo dice senza puntare il dito contro nessuno in particolare, ma sembra evidente che ce l'ha anche con la Commissione Europea che a un certo punto, sulla questione, ha aperto un procedura di accertamento nei confronti del nostro Paese.
La riflessione del presidente della Repubblica è stata sollecitata da una domanda, dall'invito a confrontare il riconoscimento che le agenzie di rating e la stessa Bce hanno dato alle performance economiche dell'Italia e al fatto che sta rispettando meglio di quanto si credesse gli impegni di risanamento dei conti pubblici, con le accuse che vengono rivolte al nostro Paese per la questione dei rifiuti di Napoli. E' vero, dice Napolitano, che la collocazione dell'Italia in Europa merita un giudizio "a più dimensioni".
C'é la questione innegabile e riconosciuta dell'impegno per il risanamento dei conti pubblici. C'é anche, in tutta evidenza, il fatto che l'Italia "é molto presente, ed è rispettata per questo, nello sviluppo e nell'attuazione di tutte le politiche comuni, a cominciare dall'impegno per la politica estera e di sicurezza comune". Le missioni in Afghanistan, Libano e Kossovo e la presenza in tutte le aree di crisi, "con rischio e sacrificio". C'é stato anche il riconoscimento per aver promosso la missione europea in Libano.
"Tutto questo fa dell'Italia un Paese importante e rispettato. Abbiamo anche non poche questioni aperte – aggiunge Napolitano, guardando l'altro piatto della bilancia e fra queste c'é quella dei rifiuti" che lui per primo non sottovaluta. Vorrebbe però che questo grosso neo non finisse per offuscare le qualità e anche gli sforzi importanti e decisivi che il governo sta facendo e la cui importanza egli per primo riconosce. "In questo momento – dice – il governo è certamente impegnato a perseguire soluzioni effettivamente radicali. Mi auguro che continui questo impegno che dobbiamo a noi stessi, prima ancora che all'Unione Europea".
E' l'unica concessione che Napolitano fa ai problemi scottanti di casa nostra, durante la visita ufficiale a Lubiana. Visita che il presidente sloveno Turk ha definito "storica" per l'assoluta consonanza su tutti i temi in agenda e anche perché mai come stavolta i due presidenti hanno potuto dire che appartiene al passato il vecchio contenzioso sul dramma degli esuli giuliano-dalmati, e la ricerca di una "riconciliazione" dopo la tragedia delle foibe, delle sanguinose vendette subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.
"Fra Italia e Slovenia – dice Napolitano – la riconciliazione è già avvenuta con l'impegno comune nell'Unione Europea". Oggi i rapporti sono improntati all'amicizia e alla cooperazione, com'é giusto che sia fra Paesi che sentono di appartenere non alla vecchia ma alla nuova Europa. Le residue questioni che fanno parte del contenzioso, dice il presidente, saranno regolate dai governi. Fra Roma e Lubiana c'é ora un clima nuovo, da consolidare, per creare il rapporto forte, di reciproca utilità che deve esserci fra paesi amici, confinanti, impegnati con gli stessi obiettivi nella costruzione della casa comune europea.