ROMA – “Il problema dei codici fiscali per gli esuli giuliano-dalmati, a 60 anni dall’esodo dalle loro terre, continua ad essere tutt'altro che risolto – ricorda l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – nonostante leggi e circolari si siano susseguite nel corso degli anni. Sono ancora tante le amministrazioni che insistono col dichiararli nati in Jugoslavia, Croazia, Serbia, Slovenia, Montenegro, mentre sono nati semplicemente in Italia, anche se in città e province successivamente cedute alla Jugoslavia”.
E anche su internet, sostiene l’Anvgd, gli esuli giuliano–dalmati sono “cittadini di serie B”. Da una verifica su internet risulterebbe che tra i siti web che forniscono gratuitamente il servizio di calcolo del codice fiscale, “solo il 25% riconosce come ex italiane le città di Pola, Fiume, Zara e gli altri comuni ceduti: per tutti gli altri, chi è nato in Istria o Dalmazia è nato forzatamente all’estero”.
Un dato che l’Anvgd reputa “molto deludente” considerato che “sono passati quasi vent'anni dall'emanazione della legislazione che regola la materia (Legge n.54 del 1989)”. “E’ un dato che si somma ad eguale delusione proveniente dai riscontri in tante amministrazioni dei più diversi settori della vita sociale ed economica del nostro Paese” aggiunge l’associazione degli esuli.
L’Anvgd sottolinea di aver “provveduto a segnalare ai gestori dei siti inadempienti l'irregolarità del servizio fornito, invitandoli a provvedere e rendendosi disponibile a fornire tutto il materiale necessario” . E, spiega, “vi sono già i primi riscontri con prese d’atto ufficiali e scambio di informazioni”.
“E’ facile comprendere –commentano dall’Anvgd – come possa essere mortificante per questi italiani, che nella migliore delle ipotesi hanno superato i 60 anni, sentirsi identificare come nati all’estero e –spesso trattati come extracomunitari, mentre sono sempre stati italiani e nati in città italiane. La loro cultura latino-veneta, la loro millenaria storia italica, le sofferenze e l’esodo per restare italiani sono una patente ben più valida di qualche software difettoso”.
L’Associazione ricorda che “il 31 luglio 2007 il Ministero dell’Interno ha emanato in merito una ennesima circolare vincolante per le amministrazioni (disponibile gratuitamente scrivendo a info@anvgd.it ) e aperto una casella postale per raccogliere le segnalazioni: esuli_territoriceduti@interno.it.”
“I frutti evidentemente stentano ad arrivare” constata l’Anvgd, concludendo che “solo la reale collaborazione dell’opinione pubblica potrà portare a soluzione una vicenda che si trascina ormai da troppi anni” (Inform)