“Mosaico dalmata” torna nella sua patria d’origine. Il volume di Guido Rumici, pubblicato nel 2011 dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato provinciale di Gorizia, viene presentato oggi alla Comunità degli Italiani di Spalato e il giorno seguente alla CI di Zara (alle ore 18). Gli incontri sono organizzati in collaborazione con l’Università Popolare di Trieste e l’Unione Italiana.
Quello proposto da Rumici è in effetti un excursus che abbraccia due secoli, l’Ottocento e il Novecento, età di spaccature e di grandi mutamenti per la Dalmazia. Infatti, la regione, caduta la Repubblica di San Marco – il cui retaggio culturale e civile è rievocato dall’immagine del leone marciano (simbolo che le autorità jugoslave cercheranno di cancellare) –, passerà dal dominio veneziano a quello austroungarico, quindi al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, poi una parte di essa verrà inglobata nel Regno d’Italia, che dopo la Seconda guerra mondiale cederà (anche) queste terre alla Jugoslavia di Tito; oggi fa parte della Repubblica di Croazia.
“Le tematiche del confine orientale d’Italia e in particolare delle terre di frontiera, quale è stata la Dalmazia, sono tornate negli ultimi anni alla ribalta dell’opinione pubblica nazionale sia per la guerra che negli anni Novanta del secolo scorso ha insanguinato l’ormai ex Jugoslavia, sia per la più recente istituzione del Giorno del Ricordo – scrive l’autore –. Restano in verità ancora diverse zone d’ombra legate soprattutto a determinati aspetti delle vicende dalmate del Novecento e, in particolare, ad alcuni specifici temi analizzati finora in maniera non del tutto esaustiva come, solo per citare un esempio, l’esodo dei dalmati italiani avvenuto già dopo la fine della Prima guerra mondiale, dopo l’annessione della gran parte della regione al nuovo Stato dei Serbi, Croati e Sloveni nel 1921.
La scarsa documentazione esistente e l’esiguo numero di testimonianze rilasciate all’epoca o in tempi più recenti hanno così rappresentato un ostacolo alla ricerca storiografica”, rileva lo storico. Lui è comunque riuscito a ricostruire i molteplici aspetti della vicenda dalmata, anche grazie all’apporto di altri autori. “Questo lavoro, nella sua brevità, non pretende affatto di affrontare né la complessa storia della Dalmazia negli ultimi due secoli – dice Rumici –, né il contesto storico in cui tali vicende andrebbero inserite, ma si limita a presentare un insieme di testimonianze che vorrebbe poter contribuire, sebbene in piccola parte, alla ricostruzione di quel grande mosaico che è la storia della componente dalmata italiana nel periodo considerato”.
ir / “la Voce del Popolo” 6 giugno 2013