A Novara il 24 ottobre 1944 avvenne una strage di partigiani compiuta per rappresaglia dal reparto speciale della polizia novarese comandato da Vincenzo Martino e dal questore Emilio Pasqualy, noto in città come “la squadraccia”. Sette partigiani detenuti nelle carceri del Castello Visconteo Sforzesco vengono prelevati e massacrati. Si tratta di Giovanni Bellandi, Ludovico Bertona e Aldo Fizzotti, uccisi nell’attuale piazza Martiri, di fronte al castello; Vittorio Aina, Mario Campagnoli, Emilio Lavizzari e Giuseppe Piccini trasportati in piazza Cavour, nei pressi della stazione ferroviaria, e lì trucidati, nel luogo in cui oggi un sacello ricorda il loro sacrificio. [ISRN Piero Fornara]
Lo scorso 24 ottobre si è svolta una commemorazione alla quale ha preso parte anche il Comitato provinciale di Novara dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, invitato dall’amministrazione comunale.
Proseguono intanto le attività collegate al settantennale della posa della prima pietra del Villaggio Dalmazia, sorto alla periferia del capoluogo piemontese per dare un alloggio alle famiglie di esuli istriani, fiumani e dalmati che erano state accolte nel Centro Raccolta Profughi allestito all’interno della Caserma Perrone.
Giovedì 31 ottobre alle ore 21:00 l’appuntamento con i Giovedì letterari avrà luogo alla Biblioteca di Briona (via Solaroli, 13) con una conferenza di Antonio Leone dell’Istituto Storico Fornara sull’esodo istriano nel Novarese: ingresso libero fino ad esaurimento posti.
I primi nuclei di profughi giuliano-dalmati arrivarono a Novara a partire del 1946. Si tratta di un flusso che, negli anni successivi, assume proporzioni sempre più consistenti portando la comunità giuliano-dalmata a lasciare tracce indelebili sul territorio novarese, che ha nella vecchia Caserma Perrone, in via Perrone 18 nel cuore del centro cittadino, e nel Villaggio Dalmazia, nella zona periferica di Torrion Quartara, i luoghi simbolici della loro presenza.