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Anvgd Verona, XIV Premio “Tanzella”, i vincitori (01apr15)

 

Ha avuto luogo, il pomeriggio di venerdì 27 marzo a Verona, nella sala Convegni della Banca Popolare di Verona in via San Cosimo 10, la cerimonia di premiazione della XIV edizione del Premio letterario nazionale «Loris Tanzella», istituito dal Comitato di Verona dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia per ricordare in modo significativo la figura del Generale Loris Tanzella, che in vita ha testimoniato, con il suo amor di patria ed encomiabile impegno, la causa giuliano-dalmata nella difesa dei diritti storici e morali delle popolazioni d’Istria, Fiume e Dalmazia.

Francesca Briani, presidente del Comitato provinciale dell’Anvgd, ha salutato il folto pubblico presente, i vincitori del Premio, i loro parenti e accompagnatori e tutti gli intervenuti che, con la loro presenza, dimostrano interesse e attenzione alle vicende che hanno colpito le popolazioni giuliano-dalmate durante il secondo conflitto mondiale e nell’immediato dopoguerra. Ha ringraziato i componenti della Giuria del Premio e la presidente per l’impegno profuso nell’organizzare anche quest’anno l’edizione del premio Tanzella che si è potuta realizzare grazie ad una elargizione generosamente devoluta al Comitato da una persona socia dello stesso.

Ha aggiunto inoltre che la cerimonia odierna si svolge nell’ambito delle manifestazioni per il Giorno del Ricordo istituito con la legge 30 marzo 2004, n.92 per commemorare le vittime delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata.

La presidente della Giuria Loredana Gioseffi ha rivolto un grazie sentito e riconoscente alla presidente del Comitato, ai componenti della Giuria, ai consiglieri del Direttivo, alle socie e ai soci che si sono attivati in una gara di spontanea generosità per assicurare la continuità del Premio. Grazie a loro, in assenza dei finanziamenti governativi alle nostre Associazioni, l’edizione di quest’anno si è potuta realizzare nei tempi e con le modalità stabiliti dal bando del concorso.

La presidente ha sottolineato che il Premio, giunto quest’anno alla sua XIV edizione, fu istituito nel 2001 dal Comitato dell’ANVGD di Verona con la finalità di salvaguardare e divulgare il patrimonio storico, linguistico, artistico che contraddistingue la cultura delle genti fiumane, istriane e dalmate.

Nelle prime edizioni dalla sua istituzione hanno partecipato al premio quasi esclusivamente esuli e loro discendenti e nelle opere presentate era preponderante il tema della memoria in riferimento ad un vissuto legato al dramma dell’esodo. Negli anni successivi hanno partecipato anche giovani autori fino alla terza generazione con interessanti tesi di laurea e con l’istituzione del “Giorno del Ricordo” la tipologia dei lavori presentati si è via via articolata in un numero sempre maggiore di sezioni con un’ampia panoramica sul patrimonio culturale che una civiltà bimillenaria, romana prima e veneta poi, ha sviluppato nelle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia. Significativa la partecipazione di autori che non hanno un legame personale con le terre del confine orientale, ma che, nel venire a conoscenza della causa giuliano-dalmata e delle complesse vicende inerenti alla questione adriatica, si sono impegnati nel produrre opere di grande interesse e di pregio.

Le opere presentate complessivamente nelle quattordici edizioni del Premio Tanzella sono state oltre 300. Nella sezione Testimonianze circa 70 i lavori presentati, circa 60 nella sezione Narrativa, oltre 60 nelle sezioni Storia e Storia e Nuove Ricerche.

Numerose anche le opere in concorso nelle sezioni Poesia, Cinema e Teatro, Saggi e documenti, Musicologia, tesi di laurea e tesine presentate all’esame di maturità, queste ultime inserite nella sezione Giovani.

Prima di procedere all’assegnazione dei premi la presidente ha presentato i componenti della commissione esaminatrice: Tullia Manzin, presidente onoraria dell’Anvgd di Verona e i consiglieri Donatella Stefani Veronesi, Dolores Ribaudo e Giuseppe Piro.

Le opere pervenute quest’anno sono state suddivise nelle seguenti sezioni: Sezione Storia e Nuove Ricerche, Sezione Testimonianze, Sezione Storia, Sezione Storia della Letteratura, Sezione Teatro, Sezione Poesia, Sezione Giovani.

Dal 2009 in ogni edizione del Premio Tanzella viene assegnato dal Gen. Edgardo Pisani un riconoscimento particolare, la targa “Per non dimenticare” ad un’opera particolarmente significativa.

La presidente della Giuria ha dato inizio alla cerimonia di premiazione sottolineando che l’edizione 2015 si è distinta, come in passato, per la qualità e l’elevato numero delle opere presentate.

In particolare, quest’anno c’è un’opera in concorso che non può essere considerata rappresentativa di una singola sezione. E pertanto la Giuria, in considerazione dell’unicità di quest’opera, dell’importanza che riveste e del profondo significato che esprime, ha ritenuto di assegnare il Primo Premio Assoluto al libro Nazario Sauro Storia di un marinaio di Romano Sauro con Francesco Sauro.

Il libro, scritto da due discendenti diretti dell’eroe capodistriano, il nipote Romano Sauro, Ammiraglio della Marina Militare (suo padre Libero ne era il secondogenito) e suo figlio Francesco, è il più dettagliato e completo, rispetto alle numerosissime pubblicazioni che lo hanno preceduto, sulla figura del loro avo. È un libro sul marinaio Nazario Sauro, ha aggiunto la presidente, perché Nazario Sauro e il mare, sua scuola di vita, sono stati un binomio inscindibile. È un libro su Nazario Sauro spirito libero e indomito, eroe dell’irredentismo, padre di famiglia, personaggio storico che fece propri gli ideali mazziniani di libertà, di giustizia e di indipendenza, il simbolo assoluto di italianità, colui che amò l’Italia più di se stesso fino al sacrificio estremo. È stato quindi consegnato agli autori il riconoscimento con la seguente motivazione:

 

Primo Premio Assoluto – Nazario Sauro. Storia di un marinaio, di Romano Sauro con Francesco Sauro.

“L’opera, suffragata da una ricca documentazione, da foto di famiglia e da manoscritti dell’eroe capodistriano, trascende il tempo storico, a cui fa inevitabilmente riferimento la narrazione. Una narrazione fluida ed avvincente, ma scevra di ogni retorica ed enfasi del passato, che racconta tutto della grande anima dell’irredentismo adriatico, dell’uomo che diventa eroe, eroe che continua a rimanere uomo, vicino a noi. La penna fantasiosa di Francesco, figlio di Romano Sauro, si colora di azzurro nel rievocare avvenimenti che si interpongono con efficacia e incisività all’appassionante narrazione dell’autore, cogliendo anche i tratti più profondi della personalità del loro avo. Il libro, nel suo insieme, diventa così saga familiare in cui il lettore percepisce, più vivi che mai, gli ideali, le passioni e i sentimenti che animarono la vita di Nazario Sauro, rimasti, come una sorta di imprinting, nella vita dei suoi discendenti e divenuti patrimonio morale per le generazioni future”.

 

Nel ritirare il premio, Romano Sauro ha ringraziato la Giuria e i tanti lettori, giovani e meno giovani che si sono cimentati nella lettura del libro, la cui idea nasce dal desiderio di avvicinare gli italiani a questo personaggio dimenticato che rischia di rimanere solo un nome di una via, di una piazza o di una scuola; tra i suoi obiettivi si era posto anche quello ambizioso di scrivere per i giovani affinché potessero trovare in Nazario Sauro un modello di vita, un esempio da seguire. Ha quindi spiegato perché si è fatto aiutare dal figlio Francesco: «Avevo bisogno – ha detto l’Autore – di dare al testo anche un aspetto di freschezza che mio figlio ha sicuramente dato, grazie alla sua fantasia, immaginazione e sensibilità». Nella prima parte del libro, si raccontano le origini di Nazario Sauro, italiano in Istria allora ancora sotto il dominio austriaco che si destreggia tra la poca voglia di studiare e la passione per il mare e le prime scelte politiche: inizialmente simpatizzante socialista, poi mazziniano convinto, infine patriota, irredentista e cospiratore a fianco dell’Albania che sognava l’indipendenza dall’occupatore ottomano. Nella seconda parte, invece, si narra della sua vita tra Venezia, l’incontro con D’Annunzio, i soccorsi che portò ai terremotati della Marsica, il tutto mentre scoppia la Prima guerra mondiale, fino ad arrivare alle missioni cui partecipa con la divisa di ufficiale della Regia Marina, alla cattura, al drammatico confronto con la madre durante il processo e all’esecuzione per impiccagione, con gli ultimi suoi pensieri rivolti all’Italia e alla famiglia. A prima vista, quindi, il volume potrebbe sembrare una biografia di Nazario Sauro, ma in effetti – ha spiegato Romano – non è proprio così perché nel libro si parla anche di mare, di libertà, di ideali, di valori, di passioni, di sogni, di memoria, di amor patrio (patria come plurale di padre) ma anche di insegnamenti per la vita e per il futuro, di messaggi per i nostri giovani lasciati un po’ alla deriva da una nazione spesso assente perché tormentata da difficoltà economiche e da una crisi di valori. L’Autore ha concluso annunciando che il prossimo anno cade il centenario della morte di Nazario Sauro e ha in programma un giro d’Italia in barca a vela che gli farà toccare moltissimi porti in Italia e in Istria: «Andrò ovunque, anche nelle scuole, a portare il messaggio di Nazario Sauro. Un messaggio di speranza, di entusiasmo, di libertà». Ha poi preso la parola il coautore del libro, Francesco Sauro che nel sentirsi orgoglioso del riconoscimento ottenuto, ha spiegato il suo contributo nella stesura dell’opera che lo ha molto coinvolto, appassionandolo alla figura del bisavolo che alla fine ha elevato a esempio di vita. Ha preso infine la parola l’Editore Bruno Crevato-Selvaggi che ha ricordato come suo nonno Bruno era amico di Nazario Sauro col quale ha condiviso sogni, passioni e ideali fra cui anche quella di andare insieme a soccorrere i terremotati della Marsica a gennaio 1915, terremoto che fece più di trenta mila morti e dalle cui macerie, secondo i racconti che sentiva da bambino, riuscirono a estrarre due bambini vivi. Ritiene che il libro, su cui ha lavorato insieme agli autori per quasi due anni, sia un’opera completa, ricca di testimonianze famigliari, cui si associano molti racconti rigorosi delle vicende storiche realizzando nel suo complesso un affresco vivido del marinaio Nazario, che evidenzia anche un ritratto commovente dell’eroe mettendone in risalto la semplicità d’animo e lo spirito di un uomo che fu un grande sognatore e che si consacrò al mare e ai suoi ideali.

 

Si è quindi proceduto con l’assegnazione degli altri premi.

 

La Giuria ha assegnato il Primo Premio della Sezione Storia e Nuove Ricerche all’opera di Maria Ballarin, Il Trattato di pace 10 febbraio 1947 nei programmi e nei testi scolastici di storia con la seguente motivazione:

“La ricerca, corredata da un’interessante documentazione non facilmente reperibile, esamina, in un’ottica del tutto innovativa, la questione adriatica relegata per decenni in un angolo buio della storiografia nazionale ed oggetto di omissioni e mistificazioni. L’autrice, nel considerare quest’opera di rimozione storica, mette in luce le gravi responsabilità della cultura italiana nei suoi diversi orientamenti e della politica nazionale con i suoi opportunismi e condizionamenti ideologici, nonché quelle delle istituzioni e dell’editoria scolastiche che, dal dopoguerra alla fine del secolo scorso, hanno negato a generazioni di studenti, e quindi di italiani, la conoscenza dei drammatici eventi di cui fu vittima la popolazione italiana del confine orientale”.

 

Sezione Storia, Primo Premio, L’ultimo testimone. Storia dell’agente segreto Sergio Cionci e degli istriani nella Guerra fredda di Andrea Romoli.

“Il racconto del protagonista, sopravvissuto alla tragedia dell’esodo e fautore abilissimo di una fitta rete spionistica che collegava Trieste all’Istria dal 1947 al 1952, scorre nel clima della Guerra fredda con ritmi incalzanti e fortemente coinvolgenti. L’opera, anche attraverso il reperimento di documenti inediti e di retroscena mai rivelati, offre una lettura che apre orizzonti nuovi nel panorama degli eventi che interessarono il confine nord-orientale dall’immediato dopoguerra fino al 1954, anno del Memorandum di Londra. In un contesto caratterizzato da un complesso e intricato quadro politico nazionale ed internazionale, opera l’agente segreto Sergio Cionci impegnato nell’assidua ricerca di reperire informazioni utili per dare risposte sempre più aggiornate a queste controverse tematiche”.

 

Sezione Storia – Menzione d’Onore Speciale, “Relazioni tenute presso l’Università della 3^ età di Udine Sezione San Daniele del Friuli” di Roberto Giorgini: “Per l’impegno profuso nella costante attività di divulgazione del patrimonio storico-artistico della natia Pola e in quella delle associazioni degli esuli”. Sezione Storia – Menzione d’Onore, La storia di Capodistria città istriana raccontata a tutti, di Mariella Zorzet; Sezione Storia – Menzione d’Onore, Istria: dolore, storia e cultura 1943 – 1947, di Rosanna Milano Migliarini.

 

Sezione Storia della Letteratura – Menzione d’Onore, La cultura istriana e fiumana del Novecento di Rita Muscardin.

 

Sezione Teatro – Menzione d’Onore

All’osteria dei ricordi, di Aladino (Danilo Colombo)

 

Sezione Poesia – Menzione d’Onore, L’ancora dei ricordi, di Guerrino Kotlar; Sezione Poesia – Menzione d’Onore, Poesie di Giusi Forlati; Sezione Poesia – Menzione d’Onore alla Memoria, Cantando l’Istria, di Domenica Benussi Botterini.

 

Conferimento Targa “Per non dimenticare” consegnata dal Gen. Edgardo Pisani a Luciana Rizzotti per l’opera Istria 1945-1956 il grande esodo

 

Sezione Testimonianze

Significative le opere in concorso nelle quali gran parte degli autori hanno testimoniato il loro vissuto di esuli fornendo al tempo stesso preziosi elementi di conoscenza su una dolorosa pagina della nostra storia. Pertanto la Giuria ha ritenuto di assegnare a questi testimoni oculari una Menzione d’Onore Speciale.

 

Sezione Testimonianze – Menzione d’Onore Speciale, Svolta dolorosa. Nuova svolta, di Franca Dapas: “I ricordi di famiglia, che si animano in una ricca documentazione fotografica, s’intrecciano con le dolorose vicende che sfociarono nel dramma dell’esodo disgregando il tessuto socio-culturale dell’intera comunità rovignese. L’autrice, attraverso il libro, intraprende un percorso tutto personale che la riconduce a sentirsi, oggi più che mai, parte viva della natia Rovigno”. Sezione Testimonianze – Menzione d’Onore Speciale, 10 febbraio 1947 fuga dall’Istria, di Tito Delton: “La storia è scritta dai testimoni oculari, da chi ha vissuto gli avvenimenti, provandone e sopportandone le conseguenze. E Tito Delton è uno di questi, che ha voluto lasciare la sua testimonianza con toni talvolta nostalgici, talvolta tragici, ma sempre con stile lieve e discreto”. Sezione Testimonianze – Menzione d’Onore Speciale, Io mi racconto. Storia di un Istriano, di Remigio Biondi: “L’autore, con una prosa semplice e limpida, rievoca l’infanzia spensierata, l’adolescenza su cui cominciavano ad addensarsi le prime nubi, un’esperienza di vita contrassegnata da speranze e timori, partenze e ritorni. La vita tribolata di chi, costretto all’esodo, porta sempre nel cuore, con struggente nostalgia, l’amata terra di origine”. Sezione Testimonianze – Menzione d’Onore Speciale, Della fame e dell’astuzia, di Ester Barlessi: “L’autrice racconta, con argute pennellate di facile narrativa, le vicende umane personali, molto tribolate talvolta, ma sempre superate, nello spirito spesso comune alle genti dell’adriatico nord-orientale. Il tutto nel quadro delle vicissitudini travagliate del recente passato”.

Sezione Testimonianze – Menzione d’Onore a Tullio Binaghi: “La Giuria vuole riconoscere un valore speciale alle opere dei testimoni oculari della vita quotidiana delle nostre genti e delle successive dolorose vicende e dell’esodo quale tragica conclusione della nostra storia spesso dimenticata o mistificata”. Sezione Testimonianze – Menzione d’Onore, Ricordi fiumani di Giulio Scala di Cristina Scala.

 

Sezione Giovani – La Giuria ha assegnato il Primo Premio alla Tesi di laurea in Scienze Storiche Gli accordi di Osimo nella politica italiana (1964-1980) di Marco Frigo con la seguente motivazione: “Disamina puntuale, minuziosa ed esaustiva dei contenuti degli accordi di Osimo stipulati nel 1975 tra Italia ed Jugoslavia con le loro controverse implicazioni sul piano della politica estera nazionale e di quella internazionale. Di estremo interesse l’approfondimento delle motivazioni e dell’intensa attività svolta dalla diplomazia italiana e da quella jugoslava per raggiungere un non facile accordo. L’autore inoltre si sofferma ad analizzare le motivazioni politiche dei partiti italiani favorevoli e di quelli contrari alla stipulazione del trattato nonché le ragioni degli esuli che videro in quegli accordi una vergognosa rinuncia alla sovranità italiana sul territorio della Zona B perpetrata nei loro confronti e in quelli degli italiani rimasti”. Sezione Giovani – Menzione d’Onore, “Il Comitato di Verona dell’Anvgd ringrazia il Prof. Luca Vinco e gli studenti dell’Istituto Comprensivo I° di San Bonifacio per l’impegno profuso nell’intensa attività di ricerca e di composizione dei testi con accompagnamento musicale per commemorare il “Giorno del Ricordo” dell’esodo giuliano-dalmata e delle vittime delle foibe, nel corso della rappresentazione tenutasi a San Bonifacio il 27 febbraio 2014″.

 

A conclusione della cerimonia gli ospiti sono stati intrattenuti al tavolo di un buffet generosamente offerto e preparato con cura e maestria dalle socie e dai soci del Comitato.

 

Nelle immagini, i premiati dell’edizione 2015, quindi Francesca Briani (presidente del Comitato Anvgd veronese), Francesco Sauro, Romano Sauro e Loredana Gioseffi (presidente della Giuria) che legge la motivazione del premio

 

(Loredana Gioseffi / Anvgd Verona)

 

 

 

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