In occasione delle celebrazioni dell’Editto di Milano, emanato dall’imperatore Costantino il Grande nel 313 d.C. per affermare la libertà di culto e arrestare le persecuzioni contro i Cristiani, l’Istituto Italiano di Cultura a Belgrado nei giorni scorsi ha organizzato con la seconda rete della Radio Televisione Serba (nell’ambito del programma “Metropolis”) una trasmissione su Aquileia Romana ed il suo territorio, noti luoghi costantiniani.
Introdotta da Sira Miori, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Belgrado e coordinatore d’Area per i Balcani occidentali, la trasmissione, in lingua italiana con i sottotitoli in lingua serba, ha presentato quattro documentari realizzati dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia che illustrano l’importanza commerciale, culturale ed artistica di quella che era, al tempo di Costantino il Grande, la quarta città dell’Italia romana e la nona dell’Impero.
Le testimonianze della ricchezza culturale e artistica di Aquileia sono visibili nel suo Museo Archeologico Nazionale, uno dei più importanti d’Italia, che è stato presentato nel primo dei quattro film messi in onda, “Il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia. La forma della memoria”. La sezione del Museo riservata alle gemme è stata la protagonista del secondo film, “Arte delle gemme in Aquileia Romana. La sfinge, il principe e gli dei”: la lavorazione delle paste e delle pietre preziose, provenienti dall’Oriente e la loro distribuzione commerciale in tutto il mondo romano allora conosciuto, era una delle attività principali della città.
Aquileia faceva anche parte di un territorio che, ancor prima della fondazione della città, era aperto ai commerci e ai rapporti fra genti diverse, come ha rappresentato il film sul “Lacus Timavi”, punto di incontro con i Veneti e le tribù degli Istri e luogo legato, altresì, ai miti e ai culti provenienti dal mondo ellenico. Il quarto film trasmesso, invece, si è concentrato sulla figura di “Cromazio di Aquileia al crocevia di genti e religioni”, vescovo di Aquileia dal 388 al 408 d.C. La sua attività pastorale si svolgeva in una città e su un territorio dove il Cristianesimo – legittimato dall’Editto di Costantino o Editto di Milano del 313 d.C. – conviveva con i culti di origine orientale ancora molto diffusi, con i miti pagani e le tradizioni religiose dell’antica Roma.
(fonte www.regione.fvg.it 19 giugno 2013)
Aquileia, il Foro (II-III sec. d. C.)