E’stato annunciato ieri mattina, nella sede dell’Unione degli istriani – Libera Provincia dell'Istria in Esilio, il “Primo Congresso Internazionale degli Esuli ed Espulsi in Europa” che avrà luogo a porte chiuse a partire dal prossimo 29 marzo nella Sala Maggiore della Camera di Commercio, Industria, Agricoltura ed Artigianato di Trieste.
Il Congresso, che proseguirà anche il 30 e 31 marzo, costituisce la prima iniziativa di tal genere ad essere realizzata in Europa e prevede al suo interno la ratifica dell'atto costitutivo e l’approvazione di una bozza statutaria della nuova Associazione Europea degli Esuli ed Espulsi (UESE).
Chiamate ad intervenire all’evento una trentina di organizzazioni di esuli proveniente da alcuni paesi dell'Unione Europea ( tra questi Finlandia, Germania, Inghilterra e Grecia) ed alcune associazioni ospiti da oltreoceano, per un totale di circa 80 delegati.
Il tentativo è quello di riunire esuli e espulsi per presentare poi alle singole istituzioni europee le esigenze e soprattutto, le questioni considerate irrisolte dai singoli gruppi etnici o politici coinvolti, a causa dei destini subiti attraverso le varie asperità della storia europea, alle quali sono seguite deportazioni, allontanamenti forzati o, in alcuni casi e secondo alcuni, veri e propri genocidi, soprattutto nel caso di minoranze nazionali a seguito delle due guerre mondiali.
Il convegno si propone di studiare i singoli metodi di approccio di ogni associazione, enfatizzando in particolare il concetto di “legittimità” dell’operato degli esuli e degli espulsi nei confronti delle rivendicazioni sul suolo nazionale di appartenenza, considerando il comune background umano e , soprattutto, d’intenti politici complessivi.
Nei tre giorni verranno delineate le finalità e gli obiettivi prioritari della nuova istituzione, tesi ad accreditare il nuovo organismo anche in seno all’Unione Europea e alla Corte Europea dei Diritti Umani. Agli Stati membri e quindi alle Nazioni Unite verrà inoltre richiesto,lo status ufficiale di “genocidio”per tutte le popolazioni che abbiamo dovuto esodare in altri Paesi; sempre per queste genti, si chiederà di prevedere politiche di reintegrazione nei territori storici di appartenenza, come rimedio alle violazioni subite con le deportazioni e i trasferimenti di massa; diverse azioni saranno quindi finalizzate a politiche che favoriscano la restituzione di beni precedentemente confiscati, anche facilitando l’acquisto di altri beni immobili nel caso di distruzione delle proprietà precedenti. Si cercherà quindi di far istituire, a livello europeo, una giornata della commemorazione per i 18 milioni di esiliati ed espulsi nel continente europeo nel corso del ventesimo secolo. In conformità con questa giornata, la nuova associazione si adopererà anche per la costruzione di un istituto di formazione per la conoscenza del fenomeno dell’esodo e delle deportazioni causate dai regimi comunisti del blocco precedente dell'Europa Orientale e dalla Turchia.