Un incontro di importante rilievo strategico per l’ateneo triestino si è svolto ieri al Rettorato dell’Università: firmato un accordo di programma con l’Università di Novi Sad, la seconda per importanza della Repubblica Serba, rafforzando così i rapporti tra le due realtà in ambito scientifico, accademico e di mobilità studentesca. L’accordo Protagonisti il rettore Francesco Peroni e l’omologo dell’Università di Novi Sad Miroslav Veskovic, personalità di spicco sia del sistema universitario serbo sia a livello internazionale, ricoprendo un ruolo di primo piano nella Conferenza dei rettori del Danubio e svolgendo uno specifico incarico europeo per l’area danubiana cui sono annessi cospicui finanziamenti dell’Ue.
Ha sottolineato Peroni: «Non si tratta solo di un accordo bilaterale, il capitolo odierno triestino si inserisce in un percorso di integrazione a livello di macro area regionale di grande interesse per il nostro ateneo e per tutto il sistema universitario del Friuli Venezia Giulia». Un ulteriore sviluppo dunque che consentirà all’Università di Trieste di intraprendere importanti sviluppi scientifici e accademici anche nell’ambito della vicina area danubiana. I finanziamenti Grazie alla partnership, avviata sin dal 2010, con l’Università di Novi Sad, città situata appunto sul Danubio, la Regione Friuli Venezia Giulia ha recentemente stanziato oltre 1 milione e 300mila euro del Fondo sociale europeo di cui usufruiranno da una parte gli atenei di Trieste e Udine, la Sissa e l’Area di ricerca e dall’altra le università aderenti alla Conferenza dei rettori di Alpe Adria (oltre 40) e alla Conferenza dei rettori del Danubio (oltre 50).
Ha spiegato Sergio Paoletti, prorettore dell’ateneo triestino: «Ottocentocinquantamila euro andranno a finanziare programmi di mobilità suddivisi ugualmente tra giovani ricercatori in arrivo in Friuli Venezia Giulia e, viceversa, quelli della nostra Regione diretti verso le università dell’area danubiana». Le due scuole «I restanti 450mila euro – ha proseguito sempre il prorettore Paoletti – saranno in larga parte destinati alla creazione di due scuole permanenti. La prima di carattere scientifico, con sede a Gorizia e gestita dall’Università di Trieste, avrà come protagonista il Danubio dal punto di vista delle scienze ambientali e di quello dei beni culturali».
«La seconda scuola – ha concluso – sarà invece gestita dall’Area di ricerca e dedicata all’aggiornamento professionale degli operatori amministrativi delle università e centri di ricerca sia del Friuli Venezia Giulia sia dell’area danubiana relativamente alla possibilità di acquisire e gestire fondi europei». I legami Veskovic ha invece sottolineato l’importanza della collaborazione tra l’Università di Trieste e quella di Novi Sad, simili per il contesto multiculturale in cui entrambe si inseriscono e per i legami tradizionali di Trieste con la Serbia anche in vista del futuro processo di integrazione europea. Una specificità storica e geografica che l’università giuliana traduce in vocazione all’internazionalità, confermata dai numeri: l’ateneo di Trieste da anni è tra quelli con la più elevata percentuale di studenti stranieri del Paese.
Lorenza Masè
“Il Piccolo” 22 settembre 2012