31.03.2025 – «Chiunque siano i provocatori si qualificano da sé». Commenta così Rodolfo Ziberna l’esposizione delle bandiere jugoslave su un edificio di Corso Verdi a Gorizia avvenuto sabato scorso. Domenica sera è emerso che è stata un’iniziativa dell’associazione di promozione sociale “Agorè”, che ha sede nell’edificio in cui organizza mostre ed eventi. «Abbiamo deciso di esporre le bandiere – hanno detto i responsabili al quotidiano Il Piccolo – in occasione del finissage della nostra ultima mostra. Lungi da noi un’esaltazione di tale momento storico: solo una rievocazione filologica, se proprio vogliamo un gesto artistico».
«È uno squallido gesto di sostegno ad uno dei totalitarismi (il comunismo sovietico da cui deriva quello del maresciallo Tito) – ribadisce il primo cittadino isontino – condannati dal Parlamento europeo, perciò sono antieuropei. Ma soprattutto sono anti italiani ed anti goriziani perché è noto come il regime dittatoriale cui si riferisce la bandiera si è reso responsabile di centinaia di migliaia di uccisioni di oppositori al regime medesimo, tra cui migliaia di italiani ed ancor più sloveni. Centinaia sono stati, come noto, i goriziani – e tra questi anche anti fascisti e sindacalisti – deportati ed uccisi a guerra finita dai partigiani comunisti titini per eliminare chi avrebbe potuto opporsi all’occupazione titina di Gorizia e la sua annessione alla dittatura comunista. Esporre queste bandiere significa uccidere per la seconda volta queste sorelle e fratelli goriziani; significa farsi beffa dei sentimenti delle centinaia di famiglie che portano ancora con sé questo dramma familiare e di tutta la comunità goriziana. Del resto come ci sono nel mondo persone fuori di senno che inneggiano al nazismo a Gorizia abbiamo queste persone qui. Si aggiungono a quel manipolo di persone che cercano in ogni modo di ostacolare i rapporti con la Slovenia e Nova Gorica. Ce ne faremo una ragione» conclude infine il sindaco Ziberna.
