(…) Mentre nel resto d’Italia i cittadini che ebbero i loro beni distrutti dalla guerra vennero risarciti, i cittadini profughi non videro riconosciuto il loro diritto ad un equo indennizzo per quanto avevano patito e perduto, ed è ancora aperta anche la questione dei beni oltre confine. A questo scopo è importante che riprenda la sua attività il tavolo di concertazione. Riporto quanto sopra perché ho reperito in casa, fra alcune carte vecchie, una lettera da Trieste del 1972 inviata a mio padre, defunto da oltre 20 anni. Una lettera di 36 anni fa su un argomento di oltre 60 anni, ancora di attualità! Saprà chiudere la questione il nuovo Governo? E.C., Varese
Potrà immaginare quanto stia a cuore all’Anvgd il problema, tuttora irrisolto, dei beni abbandonati. Sul numero di giugno di “Difesa Adriatica” abbiamo fornito ulteriori aggiornamenti. V’è da precisare che il diritto intrinseco all’indennizzo è sempre stato riconosciuto agli Esuli e finora anche con coefficienti maggiori di quelli riservati ai danni di guerra. Il Governo dovrà velocizzare il pagamento degli indennizzi stabiliti dalla Legge 137/2001, così da portarli a termine in pochi mesi, e aprire le porte all’ultima legge che erogherà il saldo definitivo agli aventi diritto. Come consuetudine, tutto si gioca sui coefficienti di rivalutazione, ovvero sul costo economico dell’operazione per lo Stato. Compito essenziale dell’Anvgd e della Federazione degli Esuli, in questo caso, è proporre e vigilare affinché il diritto venga soddisfatto nella maniera più equa possibile.