ANVGD_cover-post-no-img

Beni espropriati, l’Hdz stoppa il blocco degli indennizzi (Il Piccolo 25 feb)

Si spengono probabilmente sul nascere i propositi (ancora ufficiosi) del governo croato di centrosinistra di bocciare la restituzione ai cittadini stranieri dei beni nazionalizzati o confiscati dalle autorità jugoslave dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale. Il maggior partito di opposizione, la Comunità democratica croata o Accadizeta (centrodestra) ha già fatto sapere che non si allineerà a Kukuriku, la coalizione quadripartitica al potere, qualora dovesse avviare l’iter di modifica alla Costituzione, necessaria per negare restituzione o risarcimento degli averi sottratti dagli jugo–comunisti 60 e passa anni fa.

Come da noi scritto ieri, il diritto sarebbe esteso soltanto ai cittadini croati, mentre l’attuale legge sulla denazionalizzazione contempla che la restituzione riguardi anche i cittadini di quegli Stati che abbiano stipulato accordi bilaterali in materia con la Croazia. Il vicepresidente dell’Hdz, Vladimir Seks, ha dichiarato che apportare modifiche alla Costituzione per chiudere la porta in faccia alle legittime richieste degli stranieri sarebbe un pericoloso precedente, che darebbe della Croazia l’immagine di Paese che non rispetta i fondamentali principi della democrazia e lo stato di diritto. «Potremmo arrivare addirittura al blocco del cammino della Croazia verso l’Unione europea, che dovrebbe concludersi il primo luglio 2013 – ha rilevato Seks – e in ogni caso ci attireremmo l’ira dei Paesi comunitari e degli Stati Uniti».

L’Accadizeta ha 44 deputati parlamentari e anche senza di essi il centrosinistra e i suoi partner avrebbero i numeri per ritoccare la Costituzione: per farlo serve la maggioranza qualificata dei due terzi del Sabor, ovvero 101 voti dei 151 complessivi. Ma è praticamente certo che anche altri deputati si esprimerebbero contro una regola che avrebbe il potere di guastare i rapporti fra Zagabria, Bruxelles e Washington. L’anno scorso l’allora governo accadizetiano di Jadranka Kosor propose le modifiche alla normativa sulla denazionalizzazione, che avrebbero spazzato via i paletti degli accordi bilaterali per la restituzione (o risarcimento) dei beni agli stranieri. La proposta di liberalizzare la materia è ferma in prima lettura al parlamento.

È stato calcolato che per le 4211 richieste giunte dal 1991 ad oggi, tra cui 1034 avanzate da cittadini italiani, la Croazia dovrebbe pagare circa 100 milioni di euro. Quindi gli esperti hanno previsto che in totale le pratiche potrebbero essere circa 5 mila e 500, con versamento di 130–135 milioni di euro. Non una cifra sbalorditiva, insomma. La gran parte di questi mezzi sarebbe pagata in contanti, il restante in obbligazioni dello Stato croato. Ripetiamo inoltre che la restituzione non riguarderà i casi coperti dagli accordi sottoscritti da Italia ed ex Jugoslavia, di cui la Croazia è Stato erede. Le notizie ufficiose che giungono dai Banski dvori, sede del governo croato, parlano pure di equiparazione in materia tra cittadini croati e d’oltreconfine.

Andrea Marsanich “Il Piccolo” 25 febbraio 2012

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.