Si doveva parlare di sport e pugilato alla Wellness Town di Roma che ha accolto la presentazione del nuovo libro del campionissimo istriano Nino Benvenuti (scritto a quattro mani con Mauro grimaldi) “L’isola che non c’è”, edito da Eraclea Edizioni Sportive . Era convenuto un foltissimo pubblico, le più importanti penne del giornalismo sportivo, Rai Sport ed alcune emittenti locali. E’ andata invece che tutto l’incontro è stato dedicato alla drammatica realtà dell’esodo giuliano-dalmata, partendo dall’esperienza personale di Nino a Isola d’Istria per allargare il discorso a tutto il popolo dell’esodo.
I giornalisti, pur esperti di materia sportiva, hanno voluto tutti manifestare la solidarietà a Nino e alla nostra gente per le vicende storiche e personali raccontate nel libro, lamentando unvicamente la mancanza di conoscenza dell’argomento, a partire dal mondo della scuola. E’ sembrato assolutamente originale che, per la seconda volta dopo il Triangolare del Ricordo del 2011, sia stata la stampa sportiva a mettere in risalto vicende che con lo sport nulla avevano a che fare.
Nell’intervista a Rai Sport, Benvenuti ha dedicato il libro alla madre, morta a soli 46 anni, perché fu colei che più degli altri familiari soffrì il distacco dalla terra natia. E senza peli sulla lingua ha dichiarato che avrebbe volentieri barattato tutte le sue grandi vittorie nel pugilato per rimanere nella sua Isola d’Istria. Una dichiarazione d’amore sconfinata per la sua amata terra.
Nino ha anche apertamente dichiarato di essere stato un esule fortunato, con la carriera pugilistica che ha mitigato (ma sempre e solo in parte) l’allontanamento dalla sua città natale e con due genitori che hanno fatto ogni tipo di sacrificio per permettergli di superare il trauma dell’esodo nella maniera migliore possibile.
Tra i tanti interventi della serata, quello di Gianni Gola, già presidente della FederAtletica, che ha ringraziato Benvenuti (ma anche Ottavio Missoni, ricordandolo sentitamente) per avergli fatto scoprire una terra “sconosciuta” e soprattutto le incredibili vicende che hanno fatto sì che una storia così dolorosa venisse taciuta per decenni.
Ad una domanda di una giornalista che chiedeva al campione istriano se vi erano similitudini tra la sua esperienza e quelli di tanti giovani che giungono in Italia oggi dai Paesi più poveri del mondo, Nino ha risposto seccamente che non vi era alcun collegamento perché lui è sempre stato italiano, nato in Italia e vissuto in Italia, per cui si è sempre sentito un esule in patria.
Applaudito intervento anche da parte di Michele Maffei, plurimedagliato nella scherma alle olimpiadi di Città del Messico, Monaco, Montreal, Mosca e soprattutto grande amico di Nino.
Nel corso degli interventi da parte del pubblico, Benvenuti ha ricordato uno degli episodi della sua vita di ragazzino a Isola d’Istria, quando ogni giorno raggiungeva in bicicletta il carcere di Capodistria dove i titini trattennero suo fratello per mesi e al quale lui portava una minestra calda per pranzo. Nel suo frenetico percorso, la pentola bollente gli ustionava le cosce e quel gesto quotidiano gli è rimasto talmente impresso nella memoria da confidare candidamente oggi che se vi pensa, sente ancora quel dolore lancinante addosso a sé.
Mauro Grimaldi, coautore della pubblicazione, ha voluto far partecipe il pubblico delle sue sensazioni nell’aver scoperto vicende storiche assolutamente inenarrabili e delle quali era, come gran parte degli italiani, completamente all’oscuro.
Il volume si presta facilmente alla lettura, con una esposizione lineare e semplice tale da essere consigliabile anche a chi (per esempio giovani e studenti), vogliono approcciarsi all’argomento senza addentrarvisi negli aspetti meramente politici. Ricca la dotazioni di immagini d’epoca in bianco e nero. Un libro di esperienze, insomma, che gli autori e gli editori vogliono portare presto tra la comunità giuliano-dalmata di Roma. L’appuntamento è per l’autunno e sicuramente i nostri esuli sapranno accogliere con affetto il loro grande campione.
© ANVGD Sede nazionale
Due istantanee della piccola galleria fotografica allestita in occasione della presentazione del libro
La medaglia d’oro olimpica di Roma 1960, con la dedica a penna di Jessie Owens che incontrò poco dopo la vittoria al villaggio olimpico. Una figura di campione che per Nino era un mito ineguagliabile
La cintura d’oro di campione del mondo.
E’ quella del 1967 conquistata al Madison Square Garden di New York
Uno dei due guantoni della sfida olimpica di Roma 1960
Nino Benvenuti intervistato da Rai Sport poco prima dell’evento
Nino accanto alla bandiera dell’Istria, che ha voluto con sé in questa occasione
Benvenuti con il coautore del libro Mauro Grimaldi