di MARCO BALLICO
TRIESTE Stavolta sono d'accordo. L'incontro dei tre presidenti ha per entrambi «un altissimo valore storico e simbolico». Sono due grandi vecchi della politica, destra e sinistra, fronti opposti: Msi e Pci.
Uno, Pino Rauti, classe 1926. L'altro, Luigi Berlinguer, classe 1932. I tempi, però, cambiano. E, incontro a parte, Rauti e Berlinguer sono pure d'accordo sull'assenza di Roberto Menia al concerto della pace: «Ha sbagliato».
I tre presidenti di Italia, Slovenia e Croazia a Trieste? «Un tentativo di cercare di capire i motivi per i quali si arrivò in quel particolare momento storico, ma anche successivamente, a tanto odio – osserva Rauti -. Una risposta da cercare con l'aiuto di storici e ricercatori e col supporto del tanto tempo ormai passato». La Trieste dell'epoca? «Ricordo un mondo irrimediabilmente spaccato, diviso, all'ombra del quale la Russia preparava nuove invasioni e conquiste», dice l'attuale segretario nazionale del movimento Idea sociale con Rauti.
«Un atto di straordinaria importanza – aggiunge Berlinguer sulla giornata di ieri – sia per la presenza delle più alte cariche sia per le figure di presidenti che, con le loro biografie e la loro azione, hanno incarnato una visione politica che ha alla sua base la pace e la convivenza dei popoli». E ancora, «tanto più importante l'incontro di Trieste perché segue l'intesa sulla procedura dei confini tra Croazia e Slovenia e successivo referendum che in Slovenia, Paese che ha dimostrato uno straordinario coraggio nel rischiare quel passaggio, ha registrato il successo della volontà di riconciliazione. È dunque molto confortante che, dopo un esempio di partecipazione e voto diretto, ci siano anche eventi di vertici politici in sintonia con quella volontà popolare. Senza dimenticare che, con la Slovenia già in Europa, la Croazia sta per entrarvi: segno di convergenza che considero politicamente molto significativo».
Da membro della delegazione parlamentare mista Ue-Croazia, Berlinguer prosegue: «L'Europa è mercato e politica economica, oltre che processo di unità monetaria, ma è prima di tutto il regno della pace, la condizione perché questo martoriato territorio non sia più teatro di guerre e di morte. Le antiche ferite certo non si superano in un giorno ma quello che è accaduto a Trieste ha un valore enorme».
La rinuncia di Menia, assente dopo aver chiesto una visita alla Foiba di Basovizza? Rauti e Berlinguer concordano: un errore. «Secondo me ha sbagliato – afferma l'esponente della destra – bisogna cogliere tutte le occasioni per capire il passato e vivere il presente non sotto le ombre di ciò che fu ma in vista delle sfide epocali che stanno dietro l'angolo». «Ognuno è libero di fare quello che pensa ma un membro di governo che non partecipa nella sua città a un evento con tre capi di Stati non suona positivamente», rileva Berlinguer. Che aggiunge: «La storia della Resistenza ha luci e ombre e le ombre non vanno nascoste. Ma strumentalizzare una vicenda particolare per quanto rilevante rischia di non contribuire al clima di amicizia, di buon vicinato e di pace».