CAPODISTRIA Nel decennale della morte, Capodistria ricorda Fulvio Tomizza. Al grande scrittore istriano è stata nei giorni scorsi intitolata la sala di lettura della Sezione italiana della biblioteca civica «Srecko Vilhar», nella centralissima via Calegheria. Alla cerimonia, tra gli altri, è intervenuta la consorte, Laura Levi Tomizza, cha ha ricordato commossa i momenti in cui lei e Fulvio venivano a Capodistria, città dove lo scrittore di Materada ha trascorso la giovinezza. Tomizza, ha ricordato il direttore della «Srecko Vilhar», Ivan Markovic, è stato per anni frequentatore assiduo della Biblioteca civica di Capodistria, in particolare della sala di lettura del reparto di Storia patria, dove raccoglieva tra l'altro il materiale per una delle sue opere più famose, «Il male viene dal Nord».
Di Tomizza scrittore ha parlato la critica letteraria Irene Visintini, ricordando il suo essere autore dell'identità – ponte tra popoli e culture diverse. «L'universalità della sua scrittura – così la Visintini – ha anticipato di oltre quarant'anni concetti e principi quanto mai attuali sul plurilinguismo, sulla mutua comprensione e convivenza con culture diverse, sul superamento di confini e frontiere».
Alla cerimonia sono intervenuti anche il vicesindaco di Capodistria alberto Scheriani, il presidente della Giunta esecutiva dell'Unione italiana Maurizio Tremul, il presidente della Comunità degli italiani «Santorio Santorio» di Capodistria Lino Cernaz e Isabella Flego, poetessa, scrittrice e amica della famiglia Tomizza e una delle persone che hanno contribuito in modo particolare a preparare l'intero avvenimento. Nell'occasione, nell'aula al pianoterra della sede centrale della Biblioteca civica, è stata allestita anche una mostra delle opere di Fulvio Tomizza, ossia i libri in italiano, ma anche nelle versione tradotte in sloveno e croato.