Al motto di “Voi siete gli archi dai quali i vostri figli vengono proiettati in avanti, come frecce viventi”, citazione tratta da “Il Profeta” di Kahil Gibran, è stata presentata alla facoltà di Lettere e Filosofia – Dipartimento di Italianistica dell’Università di Fiume, la prima conferenza dedicata ai genitori e agli insegnanti delle sezioni prescolari italiane Belveder, Zvonimir Cviić, Gabbiano, Gardelin, Mirta e Topolino, dal titolo “Il bilinguismo in età prescolare con la lingua al futuro”.
L’appuntamento nasce a seguito del corso di aggiornamento lingua, comunicazione e cultura italiana, organizzato dal Dipartimento di Italianistica nel giugno scorso, durante il quale è stata presentata la giornata dedicata alle educatrici delle istituzioni prescolari della CNI. A seguito di questa, che ha trattato le questioni relative al bilinguismo, all’importanza delle lettura e della percezione linguistica dei giovani, le educatrici hanno richiesto un incontro che riunisca genitori e insegnanti riguardante il bilinguismo, l’importanza dell’uso della lingua italiana come lingua materna e il rapporto che deve esserci tra questa e quella della maggioranza.
Portavoce di questa richiesta è stata la maestra dell’asilo Topolino, nonché coordinatrice degli asili italiani del capoluogo quarnerino, Viviana Cesarec, in collaborazione con la rappresentante dell’Agenzia per l’educazione e la formazione – Dipartimento di Fiume, prof.ssa Patrizia Pitacco. A rispondere con entusiasmo all’appello, sono state le professoresse del Dipartimento di Italianistica dell’Università di Fiume, Gianna Mazzieri Sanković e Corinna Gerbaz Giuliano, che hanno dato un contributo fondamentale alla riuscita del convegno.
“Per noi come Dipartimento è importante collaborare con le nostre istituzioni e cercare di aiutare e seguire quella che è la realtà della CNI” – ha detto a proposito la prof. Mazzieri Sanković, che ha poi voluto inviare un messaggio ai genitori –. “Ci vogliamo rivolgere ai genitori che hanno iscritto i bambini nelle istituzioni prescolari, per ribadire l’importanza dell’uso della lingua materna, l’importanza del suo uso continuo e continuato. Fondamentale è che comprendano che quello che stanno facendo è di grande importanza per il futuro dei loro figli, ovvero che stanno dando una carica in più, una marcia in più ai loro piccoli. Le ricerche hanno dimostrato che i bambini che crescono in un contesto bilingue, si inseriranno meglio nella società futura, e questa è una cosa assolutamente da non sottovalutare”.
L’importanza del coinvolgimento dei genitori è stata ribadita anche dall’educatrice Viviana Cesarec. “Si tratta del primo incontro per tutti i genitori delle nostre realtà prescolari – ci spiega la Cesarec –. All’interno delle nostre scuole materne abbiamo 142 bambini iscritti e proprio ai loro genitori vogliamo dedicare questa importante conferenza sul bilinguismo.”
L’incontro ha visto la presentazione da parte delle interlocutrici di tematiche che hanno fortemente dimostrato che il bilinguismo in giovane età, non solo semplifica la comunicazione e la capacità di comprendere meglio popoli di diverse culture, ma comporta anche diversi altri vantaggi, provati come vantaggi cognitivi. I bambini bilingui sono più flessibili e creativi in quanto nel loro vocabolario ci sono due o più parole per esprimere la stessa idea o lo stesso oggetto, i bambini bilingui ottengono migliori risultati accademici, migliori risultati nella soluzione di problemi ed esercizi di logica e sviluppano una maggiore autostima, sono più interessati ad apprendere una terza lingua e hanno migliore capacità di analisi sia nella propria lingua madre che nelle lingue straniere.
Il bilinguismo, e ancor più il multilinguismo, semplificano la comunicazione favorendo più ampi contatti e sviluppando la capacità di comprendere popoli di diverse culture. Il bambino, attraverso l’apprendimento di diverse lingue, sviluppa una maggiore apertura e tolleranza nei confronti delle culture straniere, mantenendo comunque uno spiccato senso di appartenenza alla propria cultura e lingua materna. I bambini che imparano le lingue in giovane età e ne continuano il processo di studio fino all’età adulta, svilupperanno un sicuro vantaggio competitivo nei confronti dei loro colleghi al momento dell’ammissione all’università e nella loro carriera professionale. A fine convegno ai presenti si è rivolta anche la prof.ssa Norma Zani, titolare del Settore scuola dell’UI, che ha ribadito l’importanza di questo appuntamento perché “sono temi quotidiani che riguardano le nostre famiglie. La scelta poi di ospitare qui all’Università il convegno, è un forte segnale di continuazione di un percorso di vita che un giorno magari passerà anche da questa istituzione universitaria”. La prof.ssa Zani si è poi augurata che questo tipo di appuntamenti continuino anche in futuro perché “grazie al confronto tra le varie parti si può costruire un futuro migliore per i nostri figli”.
Marin Rogić
“la Voce del Popolo” 24 ottobre 2013