L'INTERVENTO
Apprendo dal Piccolo che Bolzano snobba i 150 anni dell’unità d’Italia. Lo ha detto chiaramente il governatore della Provincia autonoma di Bolzano, Luis Dürnwalder: per quanto riguarda la popolazione di lingua tedesca non c’è nessun motivo di festeggiare. La spiegazione è molto chiara: noi siamo austriaci. L’anniversario ricorda la separazione da Vienna. E allora il nostro ricordo va al presidente del Consiglio (italiano) Alcide De Gasperi, il quale si era sempre rifiutato di sollecitare un libero plebiscito che avrebbe potuto risolvere secondo il diritto internazionale il problema dell’intera Istria, Fiume e Dalmazia (già nel 1947) o comunque salvare più tardi la Zona B (da Capodistria a Cittanova). Il francescano padre Flaminio Rocchi, in un suo libro, sottolinea che un referendum popolare avrebbe sì salvato l’Istria, ma analoga richiesta sarebbe partita dall’Austria per l’Alto Adige. Ecco perché De Gasperi si rifiutò di concederlo. Aver posto il problema in questa alternativa così cruda ha danneggiato la sua immagine. Ben a ragione e per sempre.
Monsignor Gaetano Tumia nel suo diario scrisse: «1951: da qualche tempo l’on. Saragat sostiene la necessità di un referendum popolare per salvare almeno la Zona B. Ho la possibilità di fare una veloce puntata a Selva di Val Gardena, dove De Gasperi passa qualche giorno di vacanza. Gli parlo del plebiscito, ma l’uomo di governo è fermo nella sua idea. Si dimostra irremovibile. Non lo chiederà. Perché altrimenti si rischierebbe di perdere l’Alto Adige. Alle prossime elezioni non viene rieletto e i suoi successori – a eccezione dell’on. Pella – dimostreranno di avere riguardo all’Istria idee estremamente confuse». Verrà poi l’ignobile Accordo di Osimo (1975) con il quale la madrepatria (?) svenderà anche la Zona B. Più recentemente Bruno Vespa nel suo libro ”Il cuore e la spada” scrive: «Sarebbe stato giusto cedere ai vincitori l’Alto Adige e tenerci Istria e Dalmazia» (comunque il termine «vincitori» non lo condivido).
Danke sehr und viele Grüsse von Bozen, Herr De Gasperi.
Ranieri Ponis