LUBIANA – Saranno i due ministri della Cultura, quello croato, Jasen Mesić, e quello sloveno, Majda Širca, a inaugurare domani, giovedì 3 marzo, al Museo e Galleria civica di Lubiana, la mostra “Gli antichi Greci sul suolo della Croazia” (“Antički Grci na tlu Hrvatske”), nell’ambito della quale verrà esposto anche l’Apoxyómenos di Lussino. Definito ufficialmente ormai solo come “L’atleta della Croazia”, si tratta di una splendida statua romana di bronzo, risalente grossomodo al I secolo a.C., copia di un’originale greco del IV sec. a.C. Questo capolavoro dell’arte antica è stato recuperato nel 1999 nel mar Adriatico vicino all’isola di Lussino, dove era rimasto semisepolto nella sabbia a 45 metri di profondità per oltre 2000 anni. È di una mole imponente (è alto un metro e 93 centimetri), e rappresenta probabilmente un atleta mentre si deterge il sudore dopo la gara. L’esemplare è stato restaurato con un impegnativo e delicato lavoro, durato quattro anni, in collaborazione fra l’Istituto Croato del Restauro di Zagabria e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. La mostra, allestita alla e dalla Galleria Klovićevi dvori, aperta a Zagabria dal 14 ottobre 2010 al 30 gennaio scorso, resterà in visione a Lubiana fino alla fine del mese di maggio.
In questa mostra monografica sono stati riuniti per la prima volta in un unico “sito” circa 480 reperti, tra sculture, monete, ceramiche, gioielli, ornamenti e monili, armi e armature, oggetti legati alla navigazione e alla religione, provenienti da diciassette musei, undici istituzioni e sette collezioni private, dall’Istria a Ragusa (Dubrovnik), comprese le isole di Lesina (Hvar), Curzola (Korčula) e Lissa (Vis), nonché l’entroterra del Paese, da Zagabria a Čakovec a Osijek. Alcuni di questi si trovano sotto la tutela dell’UNESCO. Tra le opere più belle di quest’esposizione, oltre al citato Bronzo di Lussino, è la testa in bronzo della dea Artemide, senza dimenticare il famoso “psefismo di Lombarda”, sull’isola di Curzola (Korčula), inscrizione che testimonia la fondazione della polis e la divisione della terra tra i coloni.
L’esposizione presenta un tratto importante della civiltà greca e il suo apporto alla cultura, alla storia e all’arte di queste terre. Per molta parte della storiografia l’antica Grecia rappresenta le basi della civiltà occidentale, ha dato vita a un mondo nuovo e diverso, di straordinaria originalità e raffinatezza, introducendo forme di vita associata, principi e concetti nei quali l’Occidente continua a riconoscere le sue radici. Sono i greci, infatti, a sperimentare quel modo di concepire e gestire i rapporti tra i membri di una comunità che oggi – con termine greco e insostituibile – noi chiamiamo “politica”. Per non parlare della sua influenza nel campo linguistico, dell’educazione, della filosofia, dell’arte, dell’architettura…
“Gli antichi Greci sul suolo della Croazia” si presenta dunque come una “sintesi” della storia dell’Adriatico orientale tra il XII e il I secolo avanti Cristo, rispettivamente dal cosiddetto periodo miceneo e alla prima comparsa degli Elleni su queste sponde, fino all’arrivo e al predominio dei Romani. In particolare, è una rassegna dell’eredità che ha lasciato una grande civiltà sulle nostre sponde, quasi a mo’ di risposta alla domanda “Che cosa ci hannno lasciato gli antichi Greci?”, che la curatrice Jasminka Poklečki Stošić ha voluto trovare in due anni di ricerche e con l’aiuto dei maggiori esperti croati in questo campo (quasi una trentina di collaboratori), per quindi offrire il tutto ai visitatori. (ir)