Bruno Crevato-Selvaggi e le terre orientali
L’esperto figura nel Comitato permanente per la valorizzazione del patrimonio culturale veneto nell’Istria e nella Dalmazia. E la sua casa editrice…
Dopo l’incarico di progettare ed organizzare la mostra “Quel magnifico biennio 1859-1861”, un altro compito prestigioso per Bruno Crevato-Selvaggi. Figura tra i membri del Comitato permanente per la valorizzazione del patrimonio culturale veneto nell’Istria e nella Dalmazia.
A firmare la deliberazione, pubblicata oggi sul “Bollettino ufficiale”, è il presidente della stessa Regione Veneto, Luca Zaia. L’organismo è previsto dalla legge regionale n°15 del 1994 “Interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta nell’Istria e nella Dalmazia”; il suo compito è proporre alla Giunta le iniziative da inserire nel programma degli interventi nonché collaborare nel realizzare quelli decisi. Insieme ad altri cinque esperti, rappresenterà gli organismi associativi e le istituzioni di studio e di ricerca senza fini di lucro che si caratterizzano per iniziative di approfondimento della cultura istro-veneta e dalmata e dei problemi relativi alle minoranze linguistiche.
Il suo impegno nel settore si estrinseca anche attraverso altre attività. Di recente, la casa editrice che ha fondato, La musa Talìa, ha prodotto il volume “L’Italia e l’eredità austriaca 1919-1946” (536 pagine, 33,00 euro). Scritto da Dennison Rusinow nel 1969, non era mai stato tradotto dall’inglese sebbene venga ritenuto dalla co-curatrice della versione italiana, Marina Cattaruzza, “uno dei contributi più intelligenti e documentati alla problematica dei territori della Venezia Giulia sotto sovranità italiana”.
(courtesy MLH)