Nuovo grido d’allarme dei sindacati sloveni: non ci sono più i soldi necessari per pagare le pensioni dei lavori usuranti. E così, mentre molti dipendenti pubblici in questi giorni vengono mandati in pensione anticipatamente anche contro la loro volontà quelli impegnati in lavori usuranti dovranno prolungare il proprio periodo operativo. A rischio sarebbe il pagamento della pensione a 44mila lavoratori. «La situazione è grave – spega la rappresentante dell’Associazione degli industriali della Slovenia, Tatjana Cerin – perché mancano i soldi». Il Kad (Fondo di capitali) controllato dallo Stato che dovrebbe erogare le pensioni sostengono che negli ultimi tempi i contributi versati dai datori di lavoro sono stati del tutto insufficienti e, in molti casi, anche assenti. Pronta la replica degli industriali che accusano il Kad di aver speso troppo nella gestione dei capitali e di aver attuato una politica finanziara catastrofica. Un’altra brutta tegola sul capo del Ministero del Lavoro in vista anche della preventivata riforma del lavoro che dovrà altresì stabilire chi coprirà il buco delle pensioni.(m. man.) di Mauro Manzin wTRIESTE In Croazia, quest’estate, è esploso il «gossip dell’evasore». Dopo la pubblicazione dell’elenco dei principali “debitori” nei confronti dello Stato i media si sono scatenati pubblicando con tanto di foto nomi e cognomi dei “cattivi”. Nomi famosi ovviamente che hanno scatenato le lingue dei maldicenti con i classici commenti: «Eh, lo sapevo», oppure «non poteva essere altrimenti». Arguzia popolare a parte dall’elenco emerge una “geografia dell’evasore” assai variegata e, in qualche caso, strana. Un elenco con oltre 100mila nomi. E così sulla lista dei cattivi sono finiti anche tre bambini rispettivamente di sette, otto e nove anni. Il loro “debito” nei confronti dello Stato ammonta a 6300 euro. Il fiscalista croato Vlado Brkani„ ha però dichiarato al portale web dello Jutranji List che non si tratta assolutamente di nulla di strano perché in effetti anche i bambini possono essere proprietari di beni immobili avuti, per esempio, in eredità. Chiaro che bisogna pagare le tasse. «E per questi doveri – spiega il fiscalista – sono chiamati a rispondere i tutori dei minori, il che vuol dire che sono loro a dover saldare le pendenze con lo Stato croato non certo i bambini che ancora frequentano la scuola elementare». Ma la vicenda non è sfuggita al tutore dei diritti dei bambini, Mile Jelavi„. Neanche negli atti giudiziari a carico di minori deve apparire il nome e il cognome dell’imputato quindi prontamente è partita una denuncia nei confronti del ministero delle Finanze croato. Il buco complessivo dovuto all’evasione fiscale tocca il livello dei 4 miliardi di euro. E la guardia di finanza croata è pronta, entro la fine di agosto, a pignorare case e automobili a un centinaio tra gli evasori più grossi. Questi sono nella maggior parte membri di varie amministrazioni e uomini d’affari che hanno fondato società, come provano i documenti in mano ai finanzieri, solamente per utilizzarle nel riciclaggio di denaro sporco. Tra queste società e aziende molte hanno un solo dipendente o addirittura nessuno, insomma il solito gioco delle scatole cinesi per far perdere le tracce di denaro guadagnato non proprio lecitamente o che si vuole nascondere al fisco. Fisco croato che avrebbe le prove di colpevolezza di almeno 600 di queste società fittizie. Ma nella “lista nera” degli evasori ci sono circa 13mila tra industriali e artigiani che hanno evaso tasse per 13mila o più euro. «Dei 4 miliardi di euro cui ammonta attualmente l’evasione fiscale in Croazia – spiegano fonti del ministero delle Finanze – cercheremo di recuperare entro la fine di agosto almeno la metà. Circa 1,5 miliardi si riferiscono ad aziende e società “fantasma” con uno o nessun dipendente a carico». Intanto l’opinione pubblica divora le cronache che parlano degli evasori. Nomi noti e meno noti. Così sul “muro della vergogna”, come è stata denominata la lista degli evasori in Croazia, spicca il nome del calciatore croato Davor Šuker, ex stella della nazionale e del Real Madrid, pizzicato con 208.301 kune evase. Ma nella lista spicca anche il nome di Zvonimir Stani›i„, 61 anni, tycoon dell’industria petrolifera che ha sborsato la cifra di 400mila kune (57mila euro) per acquistare un fucile da caccia appartenuto al defunto Maresciallo Tito. E c’è anche un altro calciatore famoso: Dino Drpi„, ex della Dinamo di Zagabria che la scorsa stagione ha giocato però nel Rijeka (Fiume) e che quest’anno è senza club avendo rifiutato l’ingaggio di 250mila euro all’anno della società fiumana. Lui deve allo Stato croato 1.047.417 kune. Non “sfigura” nemmeno l’ex ministro della Difesa (dal 1998 al 2000), generale in pensione Pavao Miljavac con un’evasione pari a 1.843.713 kune. Ma, udite udite, uno degli evasori più “pesanti” porta nientepopodimeno che il nome della Televisione pubblica di Croazia (Hrtv) che deve allo Stato 222milioni 625mila e 588 kune. Insomma lo Stato evasore di se stesso.
da “Il Piccolo” del 4 agosto 2012