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Cantieri di Storia (trieste.bora.la 18 set)

di Davide Lessi

Parlare di storia in una società, la nostra, dominata dal tempo presente, dal qui e ora, meglio poi se tutto e subito. E’ questa la sfida dei “Cantieri di Storia 2009”, l’incontro nazionale sulla storia contemporanea, organizzato quest’anno dall’Università di Trieste, e giunto alla sua quinta edizione. I lavori apriranno mercoledì 23 pomeriggio per chiudersi il 25 mattina, lasciando così la scena alla notte dei ricercatori.

Duecentocinquanta le persone attese nel capoluogo per il convegno, tra cui i 130 relatori che animeranno i 21 seminari tematici sulle tendenze della storia contemporanea in Italia, e non solo. Nei quattro “cantieri”- aperti nel colle di San Vito (presso la Facoltà di Scienze della Formazione), nel museo Sartorio in città vecchia, nel borgo teresiano (Scuola Superiore di Lingue Moderne per interpreti e traduttori) e nella Stazione Marittima – al lavoro una nuova classe operaia altamente qualificata.

Il meglio dei ricercatori, docenti e dottorandi, italiani e non, si confronterà sui temi e sui metodi della disciplina storica. Con un’attenzione particolare per il territorio. “Non vuole essere una deriva localista – spiega la ricercatrice Tullia Catalan, membra del comitato scientifico della manifestazione, argomentando – preferiamo l’idea, di stampo anglosassone, di avvicinare l’accademia scientifica al grande pubblico su tematiche che lo toccano più da vicino”. Non mancherà un incontro a tema sulle foibe (coordinato da Goradz Bajc dell’Università del Litorale di Koper), ma si cercherà di andare oltre ai narod che furono, proponendo progetti di storia condivisa a livello euroregionale. Sottolinea la Catalan: “Il seminario sull’insegnamento della storia in una regione di frontiera, curato da Fulvio Salimbeni dell’Università di Udine, si terrà mercoledì in una sala del museo Sartorio ad un orario (dalle 18 alle 20, ndr) accessibile a tutti gli interessati”.

Un territorio, tanti confini e tanti volti. Come quelli dei giovani ricercatori che, anche grazie al sostegno della Sculler Boston di Trieste (l’associazione che si è assunta il carico delle spese dei precari attraverso 70 borse di partecipazione) cercheranno di divulgare i loro work in progress. Non servono malta e cazzuola in questi cantieri, giusto un po’ di senso critico e attenzione. “Perché – conclude la Catalan, docente di storia ebraica – compito della storia non è dare risposte assolute quanto problematizzare gli eventi, anche quelli di attualità, per aiutare ad orientarci nel presente”.

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