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Capodistria, un simbolo che rischia di scomparire (Voce del Popolo 31lug13)

È confermato, pure il Consolato generale d’Italia a Capodistria rischia di chiudere i battenti entro la fine del 2013. A trasmetterci questa triste notizia per la Comunità nazionale italiana è stata Maria Cristina Antonelli, console generale d’Italia a Capodistria. Nel corso del nostro colloquio telefonico di ieri pomeriggio, Maria Cristina Antonelli ci ha spiegato che nell’ottica della razionalizzazione delle rete consolare italiana all’estero, il Consolato generale di Capodistria si è ritrovato in un elenco di sedi (nel quale figura pure il Consolato italiano di Spalato, nda) che in base a determinati parametri risultano essere le più idonee alla chiusura. Stando alla nostra interlocutrice, o più correttamente all’iter al quale è stata sottoposta la decisione del ministero degli Affari esteri italiano, la medesima è da ritenersi al momento definitiva. “Di conseguenza noi dobbiamo attenerci alle disposizioni che ci vengono date”, ha notato Maria Cristina Antonelli. Ha precisato che si tratta di scelte fatte anche in considerazione delle conseguenze della crisi economica. Uno scenario che ha costretto lo Stato italiano a operare importanti tagli alla spesa pubblica. Una politica di rigore, che naturalmente non va a scapito solo degli italiani residenti all’estero, ma che ha coinvolto in varie misure l’intero apparato statale.

Tuttavia il console generale ha rilevato la vicinanza dimostratale in queste ore dalla Comunità italiana residente sul territorio, condividendo il parere dei suoi rappresentanti, in primis il presidente dell’Unione Italiana, Furio Radin, e il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Maurizio Tremul, sull’opportunità di sottoporre il caso a un’ulteriore analisi delle autorità. Un esame che non tenga conto solo dei meri dati statistici, ma anche di un contesto assai particolare e per molti aspetti unico. Il Consolato generale d’Italia a Capodistria, infatti, ha storicamente un enorme valore simbolico e affettivo non solo per i connazionali residenti nel Litorale sloveno, bensì in tutti i territori di insediamento storico della CNI. Un’istituzione che ha simboleggiato negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, un’epoca contraddistinta da gravi traumi per gli italiani dell’istro-quarnerino, l’attenzione dello Stato italiano nei confronti dei connazionali residenti in questi territori. Un segnale di solidarietà sul quale i connazionali confidano di poter continuare a far affidamento anche in futuro, a garanzia del rispetto dei diritti loro sanciti.

La giurisdizione

Essendo quello di Capodistria l’unico consolato italiano in territorio sloveno, i cittadini sloveni residenti nella sua giurisdizione (connazionali compresi), nell’eventualità di una sua chiusura, in caso di necessità sarebbero costretti a rivolgersi all’Ambasciata italiana di Lubiana o in alternativa a ricorrere ai servizi consolari disponibili on line. Idem gli imprenditori.

La circoscrizione di competenza del Consolato generale d’Italia a Capodistria si estende ai territori dei comuni di Aidussina (Ajdovščina), Plezzo (Bovec), Collio (Brda), Circhina (Cerkno), Divaccia (Divača), Erpelle-Cosina (Hrpelje-Kozina), Idria (Idrija), Villa del Nevoso (Ilirska Bistrica), Isola, Canale (Kanal), Caporetto (Kobarid), Comeno (Komen), Capodistria, Merna-Castagnevizza (Miren-Kostanjevica), Nova Gorica, Pirano, San Pietro del Carso (Pivka), Postumia (Pivka), Sesana (Sežana), S.Pietro di Gorizia (Šempeter-Vrtojb), Tolmino (Tolmin) e Vipacco (Vipava).

Al Consolato generale d’Italia a Capodistria lavorano attualmente sette persone.

Krsto Babić
la Voce del Popolo 31 luglio 2013

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