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Caporetto: pic nic sloveni al sacrario italiano (ilgiornale.it 10 set)

IL CASO

Fino a sabato 30 agosto eravamo convinti che il Sacrario di Caporetto fosse soltanto un luogo sacro dove riposano oltre settemila caduti italiani della Prima guerra mondiale che ogni anno, a novembre, vengono onorati alla presenza di autorità italiane e slovene (dato che oggi Caporetto si trova in Slovenia), anche di grande importanza istituzionale. Abbiamo invece scoperto che il Sacrario ha purtroppo anche una funzione ben diversa da quella per cui fu costruito. Nostro malgrado, infatti, ci siamo trovati ad assistere sbigottiti a uno spettacolo indecoroso, almeno per un luogo dove il rispetto e la mestizia dovrebbero essere di casa.

Arrivati nel pomeriggio, con una coppia di amici, sul piazzale antistante il Sacrario, abbiamo trovato due neosposi. Erano sloveni: l’abbiamo dedotto dal loro idioma e dalle targhe delle loro automobili. Attorniati dai numerosi invitati, stavano facendo le fotografie di rito, terminate le quali tutti se ne sono andati via in macchina strombazzando, immediatamente sostituiti da un’altra comitiva, formata da altri sposi, sempre sloveni, e una piccola folla di una cinquantina di amici e parenti. Questi si sono comportati in maniera ancora più sconveniente dei connazionali che li avevano preceduti: accompagnati dal suono allegro di una fisarmonica, hanno improvvisato una vera e propria merenda. Da un frigo box e dai bagagliai delle auto sono improvvisamente usciti vino, acqua, bicchieri, dolcetti e chi più ne ha più ne metta. Così, fra saltelli, musica, qualche accenno di canto e fotografie, hanno brindato e schiamazzato, disinteressandosi completamente del fatto che a pochi passi da lì riposino tanti giovani soldati italiani.

Dal momento che il Sacrario dipende dal Commissariato generale onoranze caduti in guerra del nostro ministero della Difesa, ci domandiamo se qualche nostra autorità, a esempio l’ambasciatore italiano a Lubiana oppure lo stesso ministro della Difesa, possa intervenire presso le autorità slovene per evitare che in futuro si ripeta quella che a noi è apparsa come una vera e propria profanazione. Infatti sembra che il comportamento di cui siamo stati testimoni sia abituale per gli sloveni, come dimostra il fatto che nel giro di pochi minuti ben due coppie di sposi hanno approfittato della costruzione scenografica del Sacrario per farci i propri comodi. Abbiamo scattato alcune fotografie con il telefonino, in modo da poter testimoniare anche con le immagini questa vergognosa violazione di un luogo sacro per gli italiani, ma evidentemente non per gli sloveni.

Mariarosa Veccia – Verona

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