MUGGIA «A Muggia gli sloveni sono pochi. Adottare una cartellonistica bilingue nelle frazioni rappresenta una spesa imposta e non prioritaria. Suggerisco al sindaco prudenza, in quanto nella comunità muggesana esistono sensibilità diverse che devono essere tenute in considerazione per evitare laceranti contrapposizioni politiche».
Il coordinatore e consigliere comunale di Forza Italia, Claudio Grizon, accende il dibattito sulla collocazione, stabilita da un decreto del presidente della Regione Renzo Tondo, di cartelli bilingui nelle frazioni di Santa Barbara, Zaule, Rabuiese, Belpoggio, Stramare, Vignano, Noghere, Chiampore e Lazzaretto.
Per il sindaco Nerio Nesladek si tratta di «una dichiarazione strumentale: la maggioranza dei cittadini sia di lingua italiana che slovena è molto più avanti rispetto a queste posizioni».
«Per Tondo – sottolinea Grizon – la firma sul decreto era un atto dovuto, conseguente alle decisioni del Comitato paritetico per i problemi della minoranza slovena».
Il Comune di Muggia, lo scorso 23 maggio – si legge nel decreto – ha rappresentato alla Regione l'opportunità di estendere l'uso della lingua slovena a quattro località periferiche: Vignano, Noghere, Chiampore e Lazzaretto. Si tratterebbe pertanto di aggiungere quattro nuovi cartelli bilingui ai cinque esistenti.
«A Duino la maggioranza dei cittadini appartiene alla comunità slovena – osserva Grizon – mentre a Muggia, rispetto ai quasi 13.500 abitanti, le famiglie di lingua slovena sono poche decine. Ricordo le sole 99 preferenze che l'unico esponente della comunità, Danilo Savron, candidato nella lista ”Uniti con Nesladek" ha ottenuto alle comunali 2006».
Savron precisa che le sue preferenze sono arrivate «dalla componente più cattolica della comunità slovena, ma non si può affermare che siano solo 99 i suoi appartenenti in quanto l'elettorato di lingua slovena è distribuito tra tutte le forze del centrosinistra. Anche nella aree appena definite la cartellonistica è da sempre bilingue: era stata tolta e non ripristinata solo in seguito alle nuove edificazioni»».
Grizon replica: «Nell'ultimo decennio sono arrivati a Muggia molti cittadini di Trieste che non appartengono alla comunità slovena. Se il sindaco decidesse di tappezzare il territorio di cartelli bilingui, spero vorrà limitarsi alle sole zone periferiche per non urtare la suscettibilità della cittadinanza, composta anche da molti istriani di lingua italiana. Se il sindaco dimostrerà di non avere posizioni precostituite, siamo a disposizione per un dialogo che porti a individuare con l'equilibrio necessario i luoghi in cui porre le tabelle».
«Non è Grizon a decidere sull'applicazione di una legge – conclude Nesladek -. Si tratta di un atto firmato dal governatore secondo un percorso politico-istituzionale che non può essere ignorato. Le sue posizioni appaiono fuori dalla storia e dal contesto europeo».
Gianfranco Terzoli