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Case di proprietà all’estero. In arrivo la nuova stangata (Il Piccolo 13 giu)

Non bastavano i mal di testa provocati dalla necessità di destreggiarsi tra aliquote, detrazioni e conteggi della prima rata dell’Imu. A guastare la salute e a togliere il sonno a una fetta consistente di contribuenti triestini, arriva ora anche una nuova “grana”: il debutto dell’Ivie, l’imposta sul valore degli immobili posseduti all’estero. Una patrimoniale secca che colpirà tutti i proprietari di terreni e fabbricati fuori dal suolo italiano, case vacanza acquistate a Bad Kleinkirchheim o residenze di famiglia ereditate in Istria che siano. Tassa oscura Rispetto alla “popolare” Imu – da mesi al centro di dibattiti, approfondimenti e campagne informative -, la nuova tassa sulle proprietà all’estero appare ben più oscura e sfuggente.

 

Basti pensare che moltissimi, fino a pochi giorni fa, ne ignoravano addirittura l’esistenza. Eppure a introdurla è stata la stessa manovra “Salva Italia”, delineata dal governo a fine dicembre, a cui si deve l’introduzione dell’imposta municipale unica. Recriminare sulla scarsa pubblicità data all’ennesimo balzello fiscale, tuttavia, serve a poco. Meglio colmare le lacune e recuperare terreno il più in fretta possibile. Di tempo a disposizione, infatti, non c’è n’è poi molto. Il pagamento dell’Ivie va fatto entro il termine del versamento a saldo delle imposte sui redditi del 2011. Per chi presenta l’Unico la scadenza, prorogata rispetto al termine iniziale del 18 giugno, è fissata al 9 luglio.

 

Nel tentativo frenetico di scavare informazioni all’ultimo momento, molti dei triestini in possesso di casette all’estero stanno bussando a tutte le porte familiari, comprese quelle di Esatto. Così facendo, però, sbagliano bersaglio. «A differenza dell’Imu, l’Ivie non è un’imposta comunale, bensì una tassa squisitamente statale, soggetta al regime delle altre imposte erariali – spiega il direttore della spa di piazza Sansovino Paolo Cavazzoni-. L’interlocutore in grado di chiarire eventuali dubbi, quindi, non va cercato negli enti locali bensì all’Agenzia delle Entrate (dalla quale ieri, nonostante specifiche richieste inoltrate alla Direzione regionale, non è stato però possibile ottenere delucidazioni, ndr)».

 

Difficile fare stime sul numero di contribuenti triestini chiamati a versare l’Ivie. «Le possibilità di controllo sugli immobili detenuti all’estero sono poche – continua Cavazzoni -. Si può comunque ipotizzare, con un margine di approssimazione accettabile, che siano almeno un migliaio i concittadini in possesso di immobili oltre confine». Scattare una fotografia precisa, tuttavia, appare davvero arduo. Anche perché in passato, prima dell’introduzione dell’Ivie, non tutte le tipologie di immobili fuori Italia andavano inserite nella dichiarazione dei redditi. E anche quando esisteva l’obbligo di segnalare l’esistenza del fabbricato in virtù dei rapporti bilaterali tra Italia e il Paese straniero, svela qualche commercialista, più di qualche contribuente non lo rispettava.

 

Ora però, come detto, si cambia decisamente registro. Chi ha case di proprietà fuori Italia è tenuto a pagare una patrimoniale del 7,6 per mille del valore dell’immobile. Quanto alla base imponibile, va calcolata in maniera diversa a seconda che l’immobile si trovi nei paesi Ue o extra Ue. Nel primo caso il valore di riferimento è quello catastale, come determinato e rivalutato nel paese in cui l’edificio è situato, preso a riferimento per la determinazione delle imposte. Nei Paesi extra Ue (come la Croazia), invece, il valore sul quale applicare l’aliquota fissa del 7,6 per mille è costituito dal costo risultante dall’atto d’acquisto. E qui possono nascere le difficoltà perchè chi ha magari ereditato anni fa la casa di famiglia in Istria può non disporre del dato riferito al prezzo d’acquisto. Esenzioni e detrazioni Indipendentemente dal paese in cui si possiede casa, è prevista l’esclusione del pagamento dell’Ivie se l’imposta dovuta applicando l’aliquota del 7,6 per mille al valore di riferimento non supera i 200 euro.

 

È contemplata inoltre la possibilità di dedurre dal conteggio dell’Ivie l’imposta patrimoniale pagata all’estero, per evitare la doppia tassazione. Potrà beneficiare dell’aliquota ridotta del 4 per mille, infine, l’abitazione dei lavoratori trasferitisi all’estero per lavoro. Modalità di pagamento Il versamento dell’Ivie va fatto in un’unica soluzione (niente acconto in giugno e saldo in dicembre, come accade per l’Imu dunque). Per il pagamento con il modello F24 è stato istituito il codice ad hoc 4041. Chi presenta l’Unico Persone fisiche, invece, deve compilare la sezione XVI del quadro Rm, indicando il controvalore in euro degli importi in valuta locale.

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