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Cede Redipuglia, si vedono i resti (Il Piccolo 31 mag)

di LAURA BORSANI

MONFALCONE Le lastre ”screziate” dalle infiltrazioni mostrano evidenti feritoie, dalle quali si intravedono i poveri resti dei soldati caduti nella Grande Guerra. Tra la lapide e il loculo è rimasta parte di materiale, una sorta di ”intercapedine” bianca. All’interno ecco le ossa. I resti di Luigi Fiori, sottobrigadiere del 12.o Battaglione, costole e una tibia. Di Luigi Campurra, sommergibilista dello ”Jalea”, la scatola cranica. Si vede un teschio anche nel loculo appartenente all’infermiere Antonio Dal Bò. L’incisione sulla lapide indica: 33.o Raggruppamento Assed. Resti degli eroi del Sacrario di Redipuglia ”venuti alla luce” a causa delle intemperie. I cedimenti sono all’ultimo gradone dell’imponente scalinata del Monumento nazionale. I loculi si trovano ai piani più alti dell’interminabile sequenza di nomi che rievocano il sacrificio alla Patria.

Resti e parti di lamine o di cassette ”sgretolate” che consegnano un inquietante interrogativo: i materiali con i quali sono state tumulate quelle salme potrebbero contenere amianto? Un’ipotesi che apre il mistero sulla composizione dei contenitori funebri nel Sacrario. Un dubbio che però il Ministero della difesa ha sempre allontanato escludendo pericoli di sorta. Ma nel 2002 alcuni interventi nella parte alta della struttura furono caratterizzati da particolari misure di sicurezza. Il dilemma viene suggerito, in qualche modo, anche dagli storici. Il professor Angelo Visintin, nel suo pregevole contributo dedicato alla Grande Guerra 1914-1919 sul Carso e sul fronte dell’Isonzo, visibile nel portale del Consorzio culturale del Monfalconese, nella sezione ”Approfondimento A”, scrive a proposito del vecchio cimitero che ha preceduto la realizzazione del Sacrario: «La struttura funeraria del Monte Sant’Elia, per la sua stessa conformazione era esposta al deterioramento. Le spoglie, i cimeli, i residuati bellici subivano l’offesa delle intemperie. Per ovviare ai danni meteorologici, agli inizi degli anni Trenta, il cimitero era stato al centro di importanti lavori, all’interno di un progetto di ristrutturazione: tra l’altro i muri a secco erano stato sostituiti da solide costruzioni in pietra, le salme riconosciute erano state deposte in cassette in eternit, i nomi erano stati scolpiti per evitare scolorimenti….». Il professore, tuttavia, come ha confermato ieri, non dice altro per quanto riguarda invece il Sacrario, edificato tra il 1936 e il 1938 di fronte al vecchio cimitero, su progetto di Giovanni Greppi, coadiuvato dallo scultore Giannino Castiglioni. E si apre il dibattito. C’è chi, come lo storico Lucio Fabi, sostiene che le casse che contengono i resti dei soldati sono di zinco. Il presidente della Pro loco di Fogliano Redipuglia, Franco Visintin, ipotizza che «è più facile si tratti di bronzo». Intanto in paese si fa appello alla cautela: il timore, infatti, riguarda le possibili conseguenze in ordine a eventuali interventi di verifica al Monumento che nel 2009 ha registrato tra i 36mila e i 50mila visitatori. Mèta anche di numerose scolaresche. Resta comunque evidente la necessità di sistemare le infiltrazioni. Il sindaco Antonio Calligaris ha spiegato chiamando in causa il rispetto per il decoro della struttura monumentale: «Domani (oggi, ndr) invierò al Commissariato generale per le onoranze ai Caduti di guerra una richiesta di delucidazioni. Intendo contattare anche il direttore del Sacrario. C’è da capire cosa intenda fare l’autorità militare proprietaria del bene monumentale, per sistemare i loculi ceduti. Ma servono anche spiegazioni sulla natura del materiale di sepoltura. Va garantita la sicurezza pubblica, ma vanno altresì considerate le modalità d’intervento».

«La gestione del Sacrario di Redipuglia, a mio avviso, andrebbe assegnata alla Regione e al Comune» sostiene il sindaco Antonio Calligaris, che pone un altro aspetto, guardando in prospettiva allo sviluppo turistico legato al Sacrario, mèta di numerosi visitatori.

«Ritengo che la gestione diretta da parte degli enti pubblici – ha aggiunto il primo cittadino di Fogliano Redipuglia – dovrà essere il futuro di questa struttura monumentale, in virtù anche del federalismo demaniale. In particolare, l’annesso Museo potrebbe diventare occasione di rilancio storico-culturale, ma anche di ricchezza, potendo autofinanziare gli interventi di manutenzione dello stesso Sacrario».

 

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