Cent’anni di propaganda a favore della lingua e della cultura italiane. Saranno testimoniati da manifesti, cartoline, scritti, immagini, tutti originali, a partire da oggi, alle 18.30, nella sala dedicata a Umberto Veruda, a palazzo Costanzi, in occasione della mostra intitolata alla Lega nazionale. Il sodalizio culturale, sorto nel lontano 1891, sulle ceneri della disciolta società “Pro Patria”, «ha sempre operato nella difesa della lingua italiana – ha ricordato ieri, in sede di presentazione, il presidente, Paolo Sardos Albertini – nei territori italofoni dell’allora Impero austro ungarico. In particolare, i suoi soci lavorarono, oltre che a Trieste e nella Venezia Giulia e nel Goriziano, anche in Istria, Dalmazia, Trentino, nel Friuli austriaco, avvalendosi della collaborazione di illustri artisti».
La vena creativa è evidente nelle opere esposte a partire da oggi e fino al 6 settembre, con orario 10-13 e 17-20, festivi compresi. Nelle cartoline, nei manifesti, nei disegni, è chiara la volontà di celebrare, con tocchi di colore, immagini che richiamano gli scorci più suggestivi della città e dei suoi dintorni, frasi patriottiche, «i segni di una cultura che è sopravvissuta al trascorrere del tempo – ha ricordato il presidente della Lega Nazionale – e all’avvicendarsi di eventi che hanno cambiato la storia di queste terre».
Curata da Piero Delbello e da Athos Pericin, la rassegna offre lo spunto per analisi e riflessioni storiche, che portano fino al giorno d’oggi. «Una delle particolarità della propaganda fatta dalla Lega Nazionale – ha evidenziato Delbello – era rappresentata dal fatto che i regali e gli oggetti non erano mai distribuiti gratuitamente. Bastavano pochi centesimi, ma l’essenziale era creare un legame forte fra chi acquistava e chi vendeva, cioè la Lega Nazionale, perché il pagamento di una somma significava volontà di appartenenza, di contributo a una causa che era in parte politica, in parte culturale».
Delbello ha citato alcuni degli artisti che furono partecipi delle iniziative della Lega Nazionale: Guido Grimani, Ugo Flumiani, Piero Marussig. «Nessuna associazione – ha precisato Delbello – seppe fare altrettanto in quegli anni». Nella mostra non mancano i tocchi di originalità: ad accogliere i visitatori, all’ingresso della sala di palazzo Costanzi, c’è la riproduzione della figura di un postino dell’epoca, in cartapesta, a dimensione naturale, con tanto di bicicletta, quella sì autentica, recuperata dalle masserizie degli esuli. «Abbiamo pensato si potesse trattare di un omaggio alla vita di quei tempi – ha spiegato ancora Delbello – mentre per il resto la rassegna consta solo di pezzi originali, anche nel formato».
Massimo Greco, assessore comunale alla Cultura, ha salutato con entusiasmo «l’apertura di una mostra che riguarda l’arte la cultura, le tecniche d’informazione di quegli anni, il tutto – ha rimarcato – nel contesto di una forte volontà di tutela della lingua italiana». Greco ha colto l’occasione, inoltre, per ufficializzare che «la Foiba di Basovizza ha già accolto circa 90mila visitatori nel corso del 2009».
Ugo Salvini