Che t’importa il mio nome? Grida al vento fante d’Italia e morirò contento. Vento del Carso tu che sai il mio nome, bacia mia madre sulla bianche chiome. Se fur vane le pinze, valsero i denti.
Sono solo alcune delle iscrizioni che stanno scomparendo e che una volta si leggevano su lapidi e cippi raccolti sul colle Sant’Elia, dinanzi al sacrario militare di Redipuglia. Scritte che ricordano il sacrificio nel corso della Prima Guerra Mondiale di milioni di uomini e ragazzi che combatterono per la propria patria e per la libertà, scritte che però, a causa del tempo, delle intemperie e del degrado stanno scomparendo, portandosi via anche il ricordo di chi sacrificò sé stesso per alti ideali.
La denuncia giunge dal consigliere regionale del PD Franco Brussa, che evidenzia come la ricorrenza del prossimo centenario della Prima Guerra Mondiale dev’essere l’occasione per ridare dignità e sistemazione anche a monumenti minori per imponenza, rispetto al sacrario militare, ma ugualmente importanti per significato.
«Celebrare il centenario non significa solo recuperare il patriottismo ed evidenziare il valore della pace e della vita umana, ma recuperare e valorizzare i sacrari e i monumenti che celebrano e ricordano i nostri caduti», afferma ancora Brussa, che cita Redipuglia, il più grande sacrario militare italiano e uno dei più grandi al mondo, ma invita a prestare attenzione e cure anche ai piccoli monumenti e alle testimonianza quali iscrizioni ormai illeggibili, cippi e lapidi che stanno scomparendo. Un degrado che si nota anche nei piccoli dettagli, come le ormai rovinate piastre in rame che ricordano le battaglie, che si trovano ai piedi della scalinata del Sacrario, ma anche nello stato del Colle Sant’Elia, della «Casa Terza Armata» e delle aree di pertinenza della zona cimiteriale, con le case che ospitarono il direttore del Sacrario o i custodi, ormai sfitte e abbandonate da anni.
«Bisogna ridare al sacrario la dignità che gli spetta, ma anche ripristinare le iscrizioni e le incisioni che esprimono il valore di quel tempo, la forza di quei giovani che stavano combattendo per queste terre e per la loro patria. È necessario – conclude l’esponente Pd – intervenire in fretta e valorizzare un complesso monumentale che continua a essere visitato da migliaia di persone in tutto il corso dell’anno. La celebrazione del centenario non deve passare solo attraverso le cerimonia ufficiali, ma anche con la conservazione della testimonianze».
(fonte Regione Friuli Venezia Giulia 17 agosto 2012)