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Cittadinanza Triese a Muti: An dice no (Il Piccolo 24 set)

La cittadinanza onoraria a Riccardo Muti? Tutti d’accordo in consiglio comunale. Tranne An-Pdl. Certo, la delibera che approderà mercoledì in aula ricorda quella del 13 luglio scorso come una «iniziativa di elevato significato morale e artistico a Trieste, città di frontiera in cui si intrecciano eccellenze culturali e memorie drammatiche della storia del Novecento». E non cita i tre Presidenti di Italia, Slovenia e Croazia saliti sul palco accanto a Muti, in una presenza dal forte significato simbolico.

Ma «tanta accortezza», annota dal Pd Fabio Omero, non basta. An sa bene che il binomio Muti-Presidenti in piazza Unità – con la visita dei Capi di Stato all’ex Balkan e al monumento all’esodo di piazza Libertà – è forte. E non ci sta. Il capogruppo An-Pdl Antonio Lippolis annuncia ieri, in commissione capigruppo, il proprio voto contrario. «Al sindaco interessa poco la cittadinanza onoraria in sé, punta a ufficializzare il significato ”storico” dell’evento. Che noi, mantenendo le nostre posizioni, non riconosciamo». E infatti, «quello del 13 luglio non è stato un evento storico, ma mondano. Sia chiaro, non vogliamo svilire la figura di Muti, riconosciuta in tutto il mondo. Vero è che se il Maestro dovesse ricevere cittadinanze in tutte le città in cui si esibisce, sarebbe cittadino del mondo», continua il consigliere (sebbene in effetti di cittadinanze onorarie Muti ne conti parecchie, da Milano a Sydney). E allora «diciamo che il concerto è stato un bellissimo evento. Retribuito, giacché è costato 200mila euro, non so quanti dei quali intascati da Muti. Tutto a posto, ma finiamola lì». L’ultima battuta di Lippolis, quella definitiva: «Quando i Presidenti di Slovenia e Croazia accetteranno di inginocchiarsi alla Foiba di Basovizza, saremo noi a chiedere per loro la cittadinanza onoraria».

La presa di posizione irrita non poco il sindaco Dipiazza, che subito dopo il concerto aveva annunciato l’intenzione del riconoscimento. Vorrebbe abbandonare la seduta, ma i capigruppo lo trattengono snocciolando l’uno dopo l’altro – compatti, dalla maggioranza all’opposizione – il proprio sì alla delibera. L’Udc Roberto Sasco si spinge a riproporre la cittadinanza per i tre Presidenti. Solo Piero Camber, il capogruppo di Fi-Pdl, dà genericamente il proprio assenso alla discussione della delibera in aula. Più tardi però sgombra il campo da interpretazioni: «Voterò a favore, ma voglio parlare con Antonio».

Su un punto però intanto Camber e soprattutto il sindaco vogliono spazzare via ogni illazione: «I 200 mila euro? Comune e Fondazione CRTrieste li hanno versati per l’evento in sé, l’ospitalità dei musicisti e dello staff del Maestro, ’allestimento della piazza… Sia chiaro, Muti non ha preso un euro», scandisce Dipiazza. Il quale, sbollita l’irritazione, nel pomeriggio cerca di commentare con toni pacati un episodio che peraltro ancora una volta – a una manciata di giorni dal vertice che avrebbe dovuto ricompattare la maggioranza – crea tensione nel centrodestra. E induce il Cittadino Roberto Decarli a chiedersi se «il sindaco riuscirà a concludere il suo mandato».

Ma intanto «la delibera sarà votata», scandisce Dipiazza: «Io credo che qualunque città del mondo sarebbe onorata di dare la cittadinanza a un Maestro come Muti, che ci ha fatto vivere una delle giornate più importanti degli ultimi venti o trent’anni. Gli dobbiamo un segno di riconoscimento. Poi esiste la democrazia, è giusto che il buon Lippolis abbia le sue convinzioni, non si può criminalizzare uno che la pensa in modo diverso…» (p.b.)

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