Il volume “Itinerari istriani.Sensazioni ed immagini” di Romano Farina ha inaugurato la nuova collana dell’EDIT, dal titolo “Il contapassi”. Un mito del giornalismo della CNI, colui che ha saputo raccontare i diversi microcosmi dell’Istria in modo secco e chiaro da una parte, e poetico nell’esprimere le sensazioni provocate dai suoi viaggi dall’altra, spolverando il tutto con un pizzico di sana ironia.
La sala gremita di un pubblico che ha saputo apprezzare la grande opera di Farina, in senso ampio, e chi per ragioni anagrafiche non ha fatto in tempo a conoscerlo ha voluto approfittare per scoprirlo grazie ai racconti di chi l’ha conosciuto di persona. Come Mario Simonovich, caporedattore del quindicinale “Panorama” (EDIT), per il quale Romano Farina ha scritto degli splendidi reportage. Il ricordo di un fiumano, Simonovich, che si confrontava con Farina che era istriano, originario di Farini (vicino a Visignano), e anche nei semplici modi di dire riusciva ad incuriosirlo. Scopriva così termini nuovi, spontanei, tratti di vita quotidiana preziosi. “Quando dal corridoio sentivo qualcuno che dalla redazione esclamava ‘Viva l’A!’ – racconta il giornalista – sapevo che si trattava di Romano Farina”.
A presentare l’opera dal punto di vista letterario, Elis Deghenghi Olujić, che parte dall’inizio, raccontando la vicinanza personale con Romano Farina, dal momento che a Pola per un periodo erano stati vicini di casa, per poi passare ad un’accurata analisi dei testi nella loro globalità. “Nel libro c’è tutto – dice la professoressa –, a partire dal paesaggio, dalla flora e fauna, passando per la politica e l’economia, fino ad arrivare a compiere una radiografia di una regione per sensazioni, scorci, dettagli”. Troviamo poi qualche piccola denuncia di storpiamento del paesaggio da parte della “modernità”, che già allora, vent’anni fa (quando è stata pubblicata la prima edizione), iniziava il suo corso”.
Del bisogno di raccontare i luoghi in cui viviamo ha parlato il direttore dell’EDIT, Silvio Forza, spiegando perché la casa editrice abbia puntato su quest’opera: “L’intento – dice – è quello di far circolare questo tipo di libri con la collana ‘Il contapassi’, perché spesso quelli pubblicati, ad esempio, con “Biblioteca istriana”, non sono in vendita oggi e non tutti, specie tra i giovani, hanno avuto l’occasione di usufruirne i contenuti”. Infine il direttore ha espresso il desiderio di raccogliere e pubblicare le poesie in dialetto di Romano Farina. La collana è curata dalla responsabile del settore Editoria dell’EDIT, Liliana Venucci. “Per me è stato un grande maestro” ha detto la giornalista Lionella Pausin Acquavita, presente in qualità di presidente della CI buiese. Buie dove oggi vive Alda, la moglie di Romano Farina – presente in sala assieme al figlio Rino – è una città vicina alla figura dell’autore e lo si è notato dalle conversazioni a margine della presentazione ufficiale”.
Il libro, bello, corposo e dal formato enciclopedico, descrive un’Istria diversa da quella di oggi. Infatti si tratta di una riedizione del volume pubblicato nel 1989 per la collana “Biblioteca istriana”, con i servizi realizzati da Farina per il quindicinale “Panorama” dal 1980 al 1986. È arricchito da 500 fotografie di Gianfranco Abrami e 200 illustrazioni di Laura Herceg Varljen, che si sposano perfettamente con il testo. Due parole sulla grafica curata dall’Art Director dell’EDIT, Daria Vlahov Horvat: moderna, ma essenziale e di facile consultazione. La biografia di Farina, in coda, è completa di fotografie che riprendono momenti della sua vita professionale a Radio e TV Capodistria, dove i suoi reportage costituiscono ancora oggi un’importante parte del patrimonio d’archivio.