Il Concerto “Omaggio al cardinale Celso Costantini”, in programma il 25 settembre al Teatro Verdi di Pordenone con protagonista il tenore di Tiezzo di Azzano Decimo Beniamino Prior, è il tributo che Pordenone riserva a due grandi conterranei che hanno fatto conoscere in Italia e nel mondo questa provincia, contribuendo con la loro opera alla crescita culturale dei Paesi che li hanno ospitati.
L’assessore alla Cultura del Friuli Venezia Giulia Elio De Anna presenta sotto questa veste un evento che fa parte di un più ampio progetto volto a ricordare e valorizzare l’operato e la figura del porporato della Destra Tagliamento, scomparso nel 1958. Oltre a Prior, conosciuto in tutto il mondo in quanto esibitosi nei più grandi teatri dei cinque continenti, protagonisti della serata ad ingresso gratuito con offerta libera saranno due soprani, Linda Kazani e Selma Pasternak, nonché la mezzosoprano Sabina Willeit, che saranno accompagnati dalla FVG Mitteleuropa Orchestra diretta da Antonino Fogliani.
Il programma della serata prevede l’esecuzione di brani di Rossini dalla Semiramide nonché da La Traviata, dal Nabucco e dal Trovatore di Verdi, dai Pagliacci di Leoncavallo e dalla Lucia di Lammermoor di Donizetti. Il ricavato della serata verrà devoluto alla Fondazione in memoria del cardinal Costantini per sostenere progetti quali la promozione di studi e ricerche riguardante il contesto storico del porporato e la realizzazione di un museo per raccogliere il prezioso patrimonio da lui raccolto negli anni.
“Il cardinale Costantini e il tenore Beniamini Prior – ha affermato De Anna – rappresentano due eccellenze di questa nostra terra. Solo per fare un esempio, l’opera di evangelizzazione portata in Cina è stato uno strumento di crescita per la popolazione asiatica, confermata anche dall’allora regime che ha riconosciuto il grande ruolo svolto da Costantini attraverso la liturgia nella lingua dei Mandarini”. “Per quanto riguarda Prior – ha aggiunto l’assessore – la città di Pordenone avrà di nuovo l’opportunità di ascoltare un artista di fama mondiale, orgoglio e vanto del Friuli Occidentale, senza dimenticare che in questa occasione nella FVG Mitteleuropa Orchestra debutteranno quindici dei migliori elementi che frequentano il Conservatorio Tartini di Trieste.
Si mette così in atto – ha evidenziato De Anna – quella collaborazione auspicata affinché possano fare l’ingresso nel campo della musica gli studenti che si formano nei nostri istituti regionali”. Alberto Marchiori, presidente della fondazione Costantini, si è soffermato sulla grande presenza delle istituzioni e dei sostenitori privati che non hanno esitato di fronte ad una proposta culturale di così elevato spessore artistico. L’iniziativa si inserisce nel solco di quelle già compiute in passato, quali la mostra sul porporato, la pubblicazione di un volume a lui dedicato e il pellegrinaggio in Cina per incontrare i “Discepoli del Signore”, congregazione fondata dal cardinale Costantini negli anni Venti.
(fonte Regione Friuli Venezia Giulia 7 settembre 2012)
Ricordiamo che il card. Celso Costantini, originario del territorio di Pordenone, fu «amministratore apostolico» di Fiume tra il 1920 e il 1921, dunque nei mesi dell’Impresa di d’Annunzio, e in quel complesso ed anche drammatico contesto fu uno degli interlocutori delle diverse parti in causa. Si legge tra l’altro nella voce a lui dedicata nel volume 30 del Dizionario Biografico degli Italiani (1984):
«[…] Fin dall’arrivo si trovò a dover mediare tra le opposte correnti del clero di lingua italiana, portato a parteggiare per D’Annunzio, e quello croato, tendenzialmente ostile. Costantini seppe stabilire con D’Annunzio rapporti basati su reciproca stima, ma nel complesso, pur ammirandone l’arte e condividendone gli ideali nazionalisti, evitò di lasciarsi coinvolgere nell’impresa fiumana e non mancò di formulare critiche. Così il 5 sett. 1920 scrisse a D’Annunzio definendo l’Ordinamento della Reggenza italiana del Carnaro, per la parte legiferante in materia religiosa, come un tentativo di instaurare un culto pagano. Così pure il 1º novembre successivo invitò D’Annunzio ad accettare i dettami del trattato di Rapallo, evitando di far scorrere sangue fraterno. Analoghi e più pressanti appelli gli rivolse dopo che aveva avuto inizio l’azione delle forze armate italiane contro la città, mentre nel contempo interveniva presso il loro comandante, gen. Caviglia, per raccomandare un generoso trattamento per i legionari e i marinai. […]»