Giovedì 26 maggio alle ore 18:00, in diretta sulla pagina Facebook ANVGD di Milano. Per far conoscere e tramandare la storia della Venezia Giulia, si terrà una nuova conferenza durante la quale parleremo di:
LA BAMBINA CON LA VALIGIA
Interverranno:
EGEA HAFFNER la protagonista della storia
LUCIA BELLASPIGA Giornalista di Avvenire
Le professoresse BARBARA STURMAR e CINZIA BELTRAME e Studenti della terza media della SCUOLA “ISAIA ASCOLI” DI GORIZIA
Chi è EGEA HAFFNER? Una bambina con il vestitino a quadretti rosa e gialli, i calzini dal risvolto di pizzo, i sandaletti bianchi e una piccola valigia con la scritta «Esule Giuliana n°30001» (riferito al numero degli italiani residenti a Pola).Il fotografo ha fermato in quell’attimo, 6 luglio 1946, la fine del piccolo mondo di Egea Haffner, 4 anni, che lasciava la sua terra, Pola, la casa e tutto ciò che conosceva per fuggire altrove.
Quella foto, è diventata simbolo dell’esodo giuliano-dalmata, del dramma delle foibe e del Giorno del Ricordo.
“La bambina con la valigia sono io, e quella raccontata nel libro è la mia storia. E non voglio che venga strumentalizzata”.
Egea Haffner è quindi una esule, una delle tante persone che dovettero scegliere, si fa per dire, se restare a vivere in un territorio non più italiano o andar via.
Solo che andare via significava perdere davvero tutto: casa, lavoro, amici… tutto e ricominciare da zero, magari con l’orrore alle spalle come quello vissuto da Egea, che una sera di maggio del 1945 rimase priva del padre, prelevato e ucciso dai Titini.
La storia della “Bambina con la valigia” è scritta con un linguaggio semplice, diretto, come quello di una nonna che racconta la sua vita ai nipoti. Il libro infatti è diretto ai ragazzi con lo scopo di renderli partecipi, senza ideologismi, di una storia di cui fino a qualche anno fa non si parlava: la storia del confine orientale italiano e dell’esodo di quelle popolazioni.
Ed Egea Haffner racconta la sua storia di bambina, con orgoglio e determinazione, di come abbia vissuto la condizione di esule, una condizione, parole sue, “che fa abbassare lo sguardo, smorza la voce, toglie la speranza e ti fa sentire straniero e inadeguato”
In un’Italia in cui i poveri erano ancora molti, gli esuli venivano considerati quasi dei ladri perché ricevevano una sorta di “assistenza” nei campi profughi disseminati per l’Italia.
In un’Italia che non conosceva ancora le vicende complesse della Venezia Giulia, era facile additare gli esuli semplicemente come fascisti.
Nella mente di molti, tanti, gli esuli erano forestieri, concorrenti, qualche volta perfino nemici.
Oggi Egea, 81 anni e sei nipoti, è l’ultima Haffner rimasta.
La videoconferenza sarà successivamente visibile sul canale YouTube ANVGD Comitato di Milano.
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