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Convegno per ricordare un’epoca (Voce del Popolo 20dic12)

Una tavola rotonda che è diventata – lo possiamo dire – un vero e proprio convegno, quella di martedì pomeriggio alla Comunità degli Italiani di locale. Nata all’interno delle celebrazioni del 65.esimo anniversario della CI, si è voluto ricordare che esattamente 600 anni fa Buie firmò il suo atto di dedizione alla Serenissima. “È il risultato di una serie di chiacchierate, dove tutti assieme abbiamo convenuto che bisognava fare qualcosa per ricordare questo 1412”. Si è espresso così il prof. Gaetano Benčić, organizzatore dell’evento, definendo il dialetto istroveneto la traccia più evidente e più bella che sia rimasta ancor oggi di quell’epoca. In questo senso ci si è collegati alla Comunità Italiana, che è proprio la portatrice di questo dialetto, e in particolare quella di Buie. Da lì nasce la correlazione tra il 65.esimo della CI e quest’altro importante anniversario. Tra i relatori Rino Cigui, Lorella Limoncin Toth, Lucia Moratto Ugussi, Marino Dussich, Denis Visintin, Gaetano Benčić e Kristjan Knez.

 

Quest’ultimo, presidente della Società di Studi storico-geografici di Pirano, ha parlato del contesto politico, storico e culturale dell’Istria nel periodo precedente il 1412. “I motivi e il percorso che portarono Buie a far atto di dedizione a Venezia non sono stati casualità, bensì tutta una serie di concause, fatte di guerre e di popoli circostanti”. Knez ha pure lanciato un appello, quello di pubblicare questi appunti in un volume, non appena i mezzi finanziari lo avrebbero consentito. Appello che sembra sia stato accolto a braccia aperte.
Specificatamente di Buie ha parlato il prof. Gaetano Benčić, con una panoramica dell’urbanistica e delle sue modifiche nel corso del tempo, il passaggio dalle ville rustiche circostanti all’attuale centro cittadino, fino alle fortificazioni, le torri, le chiese, le piazze e le logge, ben due individuate in due diversi periodi.

 

Siti urbani collocati dal punto di vista artistico anche da Lorella Limoncin Toth, storica dell’arte, che ha fatto una carrellata di opere costituenti il patrimonio artistico culturale. Pare che nel ‘600 ci fossero addirittura 49 tra chiese e cappelle sull’allora territorio di Buie. Opere visibili ancora oggi, invece, sono quadri, sculture e bassorilievi già evidenziati in “Buie e il suo territorio”, libro scritto con Claudio Ugussi e Lucia Moratto Ugussi.

 

La prof.ssa Lucia Moratto Ugussi, nel suo intervento, ha presentato un lungo e accurato studio sull’onomastica, la formazione dei cognomi, alcuni presenti ancora oggi, dopo sei secoli. Cognomi la cui composizione deriva dal nome del padre, oppure provengono dalla professione, dall’origine della località. Tra le fonti consultate, il libro dei battesimi del 1539 e il registro dei boschi dell’Istria del 1541, attualmente conservato presso l’archivio di Zara. Da notare che cognomi come Barbo, Bonetti, Bortolin, Papo e Vidal sono presenti ancora oggi.

 

Denis Visintin, impossibilitato a presenziare, ha comunque inviato una sua memoria recante tutta una serie di dati sulle campagne della Buie veneziana, evidenziando la struttura comunitaria e l’organizzazione produttiva. Sempre di organizzazione, questa volta però sanitaria, ha parlato il prof. Rino Cigui: “Venezia introduce ordinamenti igienico-sanitari. Le epidemie sono elemento destabilizzante e problemi di salute pubblica. Vennero introdotte le fedi di sanità: ci si doveva munire di questo documento per poter mettersi in viaggio – spiega il prof. Cigui –, a conferma del proprio stato sanitario”.

 

Citati gli statuti istriani, che assolvevano a due particolarità: quello classico, giuridico, ma erano anche dei vademecum per il rimedio igienico sanitario. A Buie c’erano problemi di salute pubblica e di ecologia urbana e una serie di norme regolavano il tutto. Il concetto di ospedale non c’era, in quanto introdotto in seguito dai francesi. Si hanno però testimonianze di medici, chirurghi, speziali e ostetriche. Marino Dussich ha parlato in istroveneto e dell’istroveneto, con particolare riferimento al suo “Dizionario della parlata di Buie d’Istria” e a “Momiàn Ciàcola – Raccolta illustrata della parlata di Momiano d’Istria”, di recente pubblicazione.

 

Daniele Kovačić

“la Voce del Popolo” 20 dicembre 2012

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