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Corriere della Sera – 240407 – Addio a Fulvio Bracco

Si è spento sabato scorso, a 98 anni, Fulvio Bracco.
L'imprenditore era presidente onorario del gruppo di famiglia, oggi guidato dalla figlia Diana, leader di Assolombarda.
Si deve a Fulvio Bracco il decollo a livello internazionale dell'azienda farmaceutica omonima. La Bracco era stata fondata nel '27 dal padre di Fulvio, Elio, come licenziataria del gruppo chimico farmaceutico tedesco Merck. La famiglia Bracco, originaria di Neresine (nell'isola di Lussino, in Istria) era arrivata a Milano nello stesso anno, dopo aver subito persecuzioni e internamento da parte del governo austriaco che allora dominava Venezia Giulia, Istria e Dalmazia. Nel '34, dopo la laurea in Chimica e Farmacia, Fulvio Bracco entrò in azienda. Negli anni 50 l'imprenditore fece nascere lo stabilimento di Lambrate. Poi lanciò l'azienda nel settore dei mezzi di contrasto per la radiologia. Nel '63 Fulvio Bracco è stato nominato Cavaliere del Lavoro. Numerose le cariche associative ricoperte negli anni: vicepresidente di Confindustria, presidente di Assofarma (oggi Farmindustria) e Aschimici (oggi Federchimica). Nel 1988 il Comune di Milano gli ha conferito la Medaglia d'oro, attestato di riconoscenza ai cittadini benemeriti.

Cultura e sensibilità, un grande imprenditore

Nella mia vita ci sono davvero poche persone che hanno contato come Fulvio Bracco: poche persone con qualità umane così speciali, e con una sensibilità morale così alta. Imprenditore, innovatore, esempio, amico; se aggiungo «padre», sono sicuro di non mancare di rispetto ai suoi figli, né di offendere la memoria di chi mi ha dato la vita.
Ebbi la fortuna di incontrare Fulvio Bracco più di trent'anni fa: posso dire che per oltre trent'anni — anche quando le nostre strade personali e professionali ci portavano materialmente distanti — l'ho sentito al mio fianco. In lui riconosco il mio maestro: un maestro di impresa e di vita. Da lui ho imparato a gestire l'azienda come una squadra coesa, motivata e orientata all' obiettivo. Da lui ho imparato che a tutti è dovuto rispetto: lui che — mi piace ricordarlo nell'anno europeo delle pari opportunità — dava spazio al lavoro femminile quando a tanti colleghi imprenditori sembrava un fatto inconcepibile. Da lui, precursore di quella formula che oggi va sotto il nome di concertazione, ho imparato che nelle relazioni sindacali si può puntare sul dialogo senza perdere di vista l'interesse dell'impresa. Da lui, da Fulvio Bracco, ho imparato che cosa vuol dire far parte di un'associazione come Federchimica e guidarla verso traguardi sempre più ambiziosi, con la forza del coinvolgimento e della partecipazione. Oggi la chimica italiana ha subito una perdita enorme.
Ma la perdita è ancora più grande per tutti quelli che, come me, hanno conosciuto Fulvio e gli hanno voluto bene.
BENITO BENEDINI

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