Una brutta tegola cade sul capo della Croazia alla vigilia dell’adesione all’Ue (1 luglio). Una tegola che fa rivivere tutte le atrocità della guerra patria (1991-1995), che tutti vorrebbero dimenticare ma che nessuno riuscirà a cancellare.
Il tribunale penale internazionale dell’Aja (Tpi) per la ex Jugoslavia, ha condannato sei leader politici e militari croati-bosniaci con l’accusa di avere compiuto atrocità contro i musulmani durante la guerra del 1992-1995 in Bosnia. Le condanne sono comprese fra 10 e 25 anni di prigione. In tutto sono stati comminati 111 anni di carcere. I sei sono accusati di avere perseguitato, espulso e ucciso musulmani nell’ambito di un piano sostenuto dai leader della vicina Croazia, che era mirato a instaurare uno Stato croato in Bosnia.
La decisione sottolinea dunque il coinvolgimento della Croazia nel conflitto in Bosnia del 1992-’95. I condannati sono: Jadranko Prlic, ex leader della Repubblica croata dell’Herzeg-Bosna, al quale è andato la pena più lunga, 25 anni, con l’accusa di aver distrutto anche il Ponte vecchio di Mostar, e poi ancora Bruno Stojic, Slobodan Praljak, Milivoj Petkovic, Valentincoric e Berislav Pusic. I giudici hanno stabilito che omicidi, stupri, espulsioni illegali e torture ai danni di musulmani «non furono frutto di atti casuali di soldati insubordinati» ma rientravano in un piano per la rimozione permanente dei musulmani dal territorio rivendicato dai croati-bosniaci.
A spiegarlo in aula è stato il giudice Jean-Claude Antonetti, a capo della giuria composta da tre membri. Durante la lettura della sentenza i sei accusati sono rimasti impassibili. Il verdetto è lungo 2.629 pagine, che sono state divise in sei volumi.La maggioranza dei tre giudici ha concordato sul fatto che l’ex presidente della Croazia Franjo Tudjman abbia giocato un ruolo chiave per il piano di istituire un mini-stato croato in Bosnia, allo scopo di unirlo successivamente al suo Paese per creare una Croazia più grande oppure di lasciarlo come Stato indipendente a sé stante.
La Croazia, ha spiegato il giudice Antonetti, aveva il controllo complessivo sui croato-bosniaci e le loro forze armate e le truppe della Croazia hanno combattuto al fianco di quelle croato-bosniache. Il processo, che è cominciato nel 2006, ha fornito un promemoria del complesso mosaico etnico nel quale si sono sviluppati i combattimenti in Bosnia e che continua a creare frizioni nel Paese ancora oggi. Questo processo ha evidenziato invece le responsabilità di alcuni croati, cattolici, che hanno preso di mira i musulmani. Il premier della Croazia, Zoran Milanovic, ha criticato le condanne emesse dal Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia a carico di sei croati di Bosnia, sostenendo che la ricostruzione «non corrisponde alla realtà». Milanovic ha anche espresso la speranza che la sentenza sarà ribaltata in appello. «La realtà è talvolta complicata e a volte molto semplice», ha detto.
Mauro Manzin
“Il Piccolo” 30 maggio 2013
Il giudice Jean-Claude Antonetti (www.sense-agency.com)