ANVGD_cover-post-no-img

Cristicchi: dedico agli istriani il musical Magazzino 18 (Mess.Veneto 26lug13)

Folkest 2013 arriva alle battute finali, accentrando a Spilimbergo – come da tradizione – gli eventi clou, con ospiti attesissimi sul palco principale di piazza Duomo, tutti accompagnati dalla Mitteleuropa Orchestra del Friuli Venezia Giulia. Questa sera la scena è tutta per Simone Cristicchi (alle 21.30 – www.folkest.com), poi sarà la volta di Allan Taylor (domani) e infine di Antonella Ruggiero (domenica 28).

Simone: 36 anni, in auge da 8 in cui hai realizzato progetti davvero eclatanti, ritirando numerosi trofei… ma non è un po’ presto per un “premio alla carriera”?

Sí, forse è prematuro. Diciamo allora che questi otto anni di carriera possono valere almeno il doppio per la quantità di cose che ho portato avanti, dalla musica popolare al teatro civile. Mi reputo ancora “debuttante”, considerato che continuo a dare vita a nuovi progetti.

E in ottobre debutta a Trieste lo spettacolo teatrale che hai scritto a quattro mani con Jan Bernas, (autore del libro “Ci chiamavano fascisti, eravamo italiani”), intitolato “Magazzino 18”?

Vuol essere un omaggio a quegli italiani dimenticati dalla storia ufficiale. Mi innamoro spesso di persone investite dagli “uragani del destino”, in questo caso da quel terremoto della storia che è stata la Seconda guerra mondiale. Sono appena rientrato da un giro di ricognizione in Istria, dove ho incontrato i figli di chi ha vissuto l’esodo e chi ha deciso di rimanere. Lo spettacolo si comporrà di monologhi e di nuove canzoni.

 

La regia è affidata a Antonio Calenda?

 

Sí, e ne sono onorato. Lo spettacolo è stato battezzato “un musical civile”, un filone che poi mi piacerebbe continuare.

I punti in comune con il nostro territorio cominciano a essere davvero numerosi: prima hai lavorato al progetto sulla legge Basaglia, ora c’è questo musical “civile” su Trieste, e poi ci sono le collaborazioni con “Canzoni di Confine”, con Endrigo e prima ancora col maestro Remo Anzovino, del quale avevi scelto una musica a commento di un tuo documentario. A questo punto non ti senti forse un po’ friulano?

Ci sono moltissimi punti di contatto tra me e questa splendida regione. Qui l’anno scorso ho anche presentato lo spettacolo Mio nonno è morto in guerra, a Monfalcone e a San Vito al Tagliamento. Ma questo format, prodotto dal Teatro Stabile di Trieste, rappresenta per me una specie di laurea nel mondo del teatro, un vero e proprio salto di qualità».

Ultima annotazione: al risveglio, ti senti prima cantante o attore?

Direi ricercatore: l’atto creativo nasce soltanto dopo avere osservato, registrato e preso appunti da qualcosa. Saprò successivamente se diventerà una canzone o uno spettacolo teatrale.

 

Avevi collaborato con Sergio Endrigo in vita, adesso lo omaggi a Folkest con il concerto di questa sera. Potrebbe diventare un progetto discografico?

 

Non credo, nel senso che oggi si fatica a vendere dischi. Sarebbe bello, anche perché c’è un’orchestra di cinquanta elementi, ho nuovi arrangiamenti… Comunque Rai Uno ha deciso di riprendere l’evento per trasmetterlo il 15 agosto. Ciò significa che c’è ancora attenzione per Endrigo e per il suo immenso repertorio».

Sergio cantò anche in friulano. Lo sapevi?

Certo, l’ho ascoltato. Anch’io sto imparando un po’ di friulano e un po’ di triestino, perché in Magazzino 18 utilizzerò la lingua friulana e il dialetto giuliano in due canzoni.

Alberto Zeppieri
sul Messaggero Veneto del 26 luglio 2013

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.