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Croazia 2014: il «contesto» giustifica i crimini – 26mag14

 

Nei giorni scorsi a Zagabria è stato assolto un importante imputato di crimini commessi nell’immediato dopoguerra 1941-1945, Josip Boljkovac, ai suoi tempi d’oro partigiano di Tito, in seconda età ministro del «Compagno Tudjman» nel primo governo della Croazia indipendente, divenuti entrambi nazionalisti e anticomunisti. Boljkovac era accusato di avere ucciso senza motivi di carattere militare ventun civili a Duga, a sud della capitale croata.
Il suo avvocato Nobilo ha spiegato l’assoluzione per mancanza di prove circa gli atti criminosi a lui imputati. Le sentenze non si discutono, in tutte le magistrature del mondo! Ma ciò che lascia inquieti e pensosi, sulle sorti del diritto e della giustizia, è la parte della motivazione che sembra giustificare le azioni compiute dal «contesto» dei tragici eventi di quegli anni di sangue. Come dire che l’individuo, semplice soldato, ufficiale, partigiano o comandante che fosse, non risponde delle azioni, in particolare di un eccidio di civili, se esse avvengono nel turbine di battaglie recenti e di vendette incrociate. Il combattente, o l’ex-combattente, verrebbe così esentato dalla comune coscienza del bene e del male. Limite che il «contesto» storico può cancellare.
E allora tutti i processi, interni e internazionali, celebrati contro criminali di guerra di opposte fazioni, avrebbero dovuto concludersi con paterne assoluzioni? Dei crimini sarebbe responsabile il “«contesto», non il libero arbitrio della persona.
Meno male però, che malgrado questa mostruosità giuridica, il motivo sostanziale dell’assoluzione sia stato la mancanza di prove, argomento invincibile in ogni sistema giudiziario di Paesi civili.
Ciò che poi non risponde assolutamente a verità è l’affermazione del difensore che non sia stata mai pronunciata in tutta Europa una sentenza di condanna contro un combattente antifascista. Sarà giovane questo avvocato e non conosce evidentemente le condanne che i tribunali italiani hanno avuto il coraggio di emettere contro il partigiano Moranino, fuggito oltre-cortina e poi graziato, e i comandanti della formazione «Garibaldi» che, agli ordini dei comandi partigiani sloveni, perpetrarono la strage di Porzus, contro i connazionali della brigata «Osoppo», rei di condurre una resistenza “sbagliata”.

 

Lucio Toth

Presidente onorario Anvgd

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