di ANDREA MARSANICH
FIUME Croazia, il Paese più tassato al mondo, capace di superare in questa speciale graduatoria la Slovenia, l’ Ungheria e anche Stati come Italia, India e Serbia. La poco invidiabile posizione di leader mondiale nella tassazione dei redditi, stando all’ inchiesta compiuta dall’ agenzia KPMG International, è stata conquistata dalla Croazia, con il 53,5 per cento di tassazione dei redditi, al quale si deve raggiungere la cosiddetta imposta anticrisi, introdotta a partire dallo scorso primo agosto. Non senza furiose polemiche. Lo speciale balzello, che resterà in vigore (Corte costituzionale permettendo) fino al 31 dicembre 2010, va a prelevare il 2 per cento di stipendi, pensioni e redditi d’ altro genere (anche i dividendi), che vanno da 3 mila a 6 mila kune, ovvero da 408 a 817 euro.
E’ andata peggio invece per i contribuenti i cui redditi superano le citate 6 mila kune, poiché in quel caso la tassazione è di 4 punti percentuali. Il presidente della Repubblica, Stipe Mesic, sostenuto dalle principali organizzazioni dei pensionati, si è rivolto alla Consulta croata, chiedendo la verifica della costituzionalità per la tassa anticrisi. Se i giudici costituzionali dovessero dargli ragione, lo Stato dovrà restituire a lavoratori e occupati fino all’ ultimo centesimo. Tutto lascia supporre che la Corte boccerà la tassa in quanto viola uno dei principi cardine della Costituzione, secondo cui tutti sono uguali davanti alla legge.
Inoltre, l’ articolo 54 recita che tutti devono sostenere la spesa pubblica secondo le proprie possibilità. Ma non è così per il grave errore commesso dal governo di centrodestra della premier Jadranka Kosor, che ha «dimenticato» di tassare i liberi professionisti, circa 100 mila persone, tra avvocati, notai, artigiani, medici, dentisti, esentandoli dal versamento del balzello. Secondo gli esperti, questa manchevolezza sarà la causa principale della probabile bocciatura della legge sulla tassa speciale – da parte dei giudici costituzionali – che dovrebbe verificarsi in autunno. Si apprende intanto da fonti del ministero delle Finanze croato che l’ imposta ha permesso alle casse statali di incamerare finora 151 milioni di kune, circa 20 milioni e 560 mila euro.
In base a quanto valutato dal dicastero, l’imposta dovrebbe portare mensilmente all’ erario sui 160 milioni di kune (21,8 milioni di euro). Ne deriva che fino al termine del 2009, la tassa anticrisi consentirà di rastrellare circa 800 milioni di kune (109 milioni di euro), cifra che salirà – si calcola – a 3 miliardi (408 milioni di euro) fino al 31 dicembre dell’ anno prossimo. Non sono noti invece al momento gli effetti riguardanti l’ aumento dell’ aliquota Iva dal 22 al 23 per cento, dal primo di agosto.
Infatti, il computo di quanto dovranno versare i contribuenti per il mese di agosto sarà fatto in settembre. La tassa anticrisi, come comprensibile, non riscuote consensi da parte della popolazione croata.
In base al sondaggio effettuato recentemente dall’ agenzia specializzata Hendal e dal portale Ja trgovac, che ha riguardato 400 maggiorenni domiciliati in tutte le regioni croate (comprese Istria e Quarnero), i due terzi hanno espresso contrarietà all’ introduzione del balzello, deciso dal governo di centrodestra. Per l’ esattezza, il 64 per cento degli intervistati ha dichiarato che l’ imposta è anticostituzionale, il 13 che è conforme alla Costituzione, mentre il restante 23 per cento non ha saputo dare una risposta precisa. Per quanto riguarda la lievitazione dell’Iva, il 76 per cento ha parlato di mossa ingiustificata, mentre l’ 83 per cento ha rilevato che l’ esecutivo della premier Jadranka Kosor avrebbe dovuto adottare misure del tutto differenti per combattere la recessione interna e quella globale. Ma la rivoluzione fiscale croata non finisce qui. Il governo ha optato per una nuova imposta del 6% su tutti i servizi di telefonia mobile, ben sapendo che i croati adorano i telefonini. I calcoli parlano di 58 milioni di euro in più all’ anno. A ciò si aggiunge la nuova imposta per i beni di lusso, come auto, imbarcazioni e velivoli, il cui valore supera le 350 mila kune (47 mila euro).
Sono previsti quattro scaglioni fino ad un tetto di 500 mila kune (70 mila euro), mentre per le cifre superiori al mezzo milione è prevista una tassa fissa di 177.500 kune, pari a 24 mila euro. Con lo Stato che ha deciso di farsi carico per tre mesi del 20% dei contributi previdenziali dei lavoratori di imprese in difficoltà e del 10% dei loro stipendi (13% per occupati con figli), vi è anche la novità per il computo dei contributi pensionistici e sanitari. E’ stato deciso di abbattere i coefficienti dall’ 1,2 allo 0,8 %, consentendo alle casse statali di risparmiare all’ anno sui 2 milioni e 250 mila euro.