di ANDREA MARSANICH
FIUME Drago Ljubicic, 66 anni, sacerdote catechista, ex parroco di Banjol, nell’isola quarnerina di Arbe. Da alcuni giorni Ljubicic è nel penitenziario di Lepoglava (contea di Varazdin, nel nord della Croazia), dove dovrà scontare tre anni di reclusione per pedofilia. Si tratta del primo prete croato ad essere condannato al carcere per avere molestato sessualmente dei bambini.
La sua storia è molto nota in Croazia: nella condanna comminatagli dal Tribunale regionale di Fiume, e passata di recente in giudicato, si rileva che Ljubicic aveva commesso atti di libidine a Banjol nei confronti di cinque ragazzini, nel periodo compreso tra il 2003 e il 2007. Era stato dapprima un bambino, allora di dieci anni, a lamentarsi con i propri genitori per il comportamento del sacerdote. Di lì a breve, altri quattro suoi coetanei avevano fatto la stessa cosa, denunciando il religioso e costringendo la polizia ad entrare in azione. Ljubicic era stato fermato dalle forze dell’ordine tre anni fa e alcuni mesi dopo sottoposto a processo, dal quale era scaturito il verdetto di condanna.
Ad onor del vero, Ljubicic non è il primo sacerdote condannato per pedofilia in Croazia. Don Ivan Cucek, parroco di Sestine (Zagabria) era finito nel mirino della giustizia nel 2003, fatto segno di una sentenza non esecutiva di un anno e nove mesi di prigione, per tredici casi accertati di libidine nei riguardi di ragazzine. Successivamente il Tribunale conteale di Zagabria aveva mutato la pena detentiva in condanna di 6 mesi con la condizionale di tre anni. Uno dei motivi della modifica, che aveva suscitato clamore tra l’opinione pubblica, era che «don Cucek non è più in contatto con i bambini».
Va detto che la reazione dell’arcivescovo di Fiume, monsignor Ivan Devcic, al momento dell’arresto di Ljubicic, era stata molto ferma: «Se i sospetti si riveleranno fondati, condanneremo con forza una simile vicenda». Come in effetti avvenuto più tardi. Da ricordare le voci ufficiose circolate nel 2007 e mai confermate: il sacerdote era stato accusato di pedofilia anche quando svolgeva l’incarico di parroco nell’isola di Veglia, dalla quale sarebbe stato trasferito ad Arbe proprio per evitare la reazione dei genitori veglioti, esasperati dal comportamento di Ljubicic verso i loro bambini.