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Croazia rallenta marcia verso UE (La Stampa 29 ott)

A Zagabria forse non se lo aspettavano che l’adesione all’Unione Europea sarebbe stata così in salita. Dei 35 capitoli negoziali previsti, ad oggi la Croazia ne ha aperti 21 chiudendone tre. Inoltre le escalation criminali che stanno funestando la vita politica croata, in ultimo l’uccisione di un giornalista da parte del crimine organizzato, hanno rischiato di mettere a serio rischio il processo di adesione. Infine oggi ci ha pensato la Slovenia.

Il vicino, già membro dell’Unione europea dal 2004, ha deciso di tirare uno “sgambetto” alla Croazia, bloccando l'apertura di quattro capitoli negoziali e la chiusura di un altro. La decisione, spiegano fonti diplomatiche di Lubiana, sarebbe dovuta sia a problemi “procedurali” che di “sostanza”. La “conferenza di adesione” convocata domani a Bruxelles, quindi, si limiterà a sancire la conclusione di un solo dossier, quello relativo alle “Relazioni esterne”.

Il primo problema sollevato dalla Slovenia è che in seguito alle elezioni del 21 settembre, vinte dal socialdemocratico Borut Pahor, il paese è ancora in attesa della formazione di un governo. Il nuovo Parlamento si è già riunito, ma la commissione Affari europei discuterà dei capitoli da aprire con Zagabria solo il 7 novembre. “Proceduralmente non possiamo procedere” fino a quando la commissione parlamentare avrà dato il suo assenso, spiega la fonte slovena.

L’altro ostacolo ha invece a che vedere con i confini tra i due paesi sia sulla frontiera terrestre che su quella marittima intorno alla baia di Pirano e  in alcune zone della Bela Krajina. Al centro della disputa anche la Zona di protezione ittica ed ecologica sull'Adriatico (Zerp), “bocciata” dalla Commissione Ue su pressione di Slovenia e Italia. Secondo Lubiana, Zagabria avrebbe presentato cartine geografiche “di parte”.

”Ci sono due o tre capitoli in cui appaiono cartine con conclusioni esagerate riguardo il confine –  ha dichiarato due settimane fa a Lussemburgo il ministro degli Esteri sloveno uscente, Dmitri Rupel –  per esempio sulla zona di pesca ecologica che sappiamo è stata considerata invalida all'Ue”. Ma da Zagabria negano che ci sia alcun tentativo di rimettere in discussione i confini.

A Bruxelles i diplomatici sloveni sostengono che l'accettazione delle mappe croate potrebbe creare un precedente nel caso in cui la disputa territoriale venga effettivamente portata davanti ad una corte di giustizia internazionale. “Visto che la questione è irrisolta riteniamo non debba entrare nei negoziati di adesione. Potrebbe ritorcersi contro di noi se alla fine sarà una terza parte a decidere” hanno fatto sapere.

Dalla Commissione propongono “soluzione creativa”, che conduca ad esempio alla firma di una dichiarazione comune che specifichi la non valenza giuridica delle cartine geografiche presentate dai croati. “Stiamo lavorando per trovare una soluzione”, si limita a commentare una portavoce della presidenza di turno francese dell'Ue. Di tempo ce n’è fino a dicembre, quando saranno ripresi i  negoziati.

Al momento in sospeso vi è l’avvio dei capitoli “Libero movimento dei capitali”, “Politica regionale”, “Giustizia, libertà e sicurezza” e “Ambiente” e la chiusura del dossier “Reti transeuropee”. La Commissione sta lavorando inoltre per ottenere il via libera degli stati membri all'apertura del capitolo “Fisco”, dopo aver risolto con Zagabria un problema relativo al regime fiscale sulle sigarette.

Le questioni negoziali più delicate riguardano la giustizia, la corruzione, i processi per crimini di guerra e la ristrutturazione dei cantieri navali. Zagabria punta a concludere tutti i dossier negoziali entro la fine del mandato della Commissione Barroso, in scadenza a fine ottobre 2009. Mercoledì prossimo il commissario Ue all'Allargamento Olli Rehn, nell'ambito del rapporto annuale sui Paesi in lizza per l'Ue, dovrebbe annunciare una “tabella di marcia” per la chiusura dei negoziati euro-croati.

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