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Croazia: turisti in calo, alberghi “in saldo” – 19lug13

L’estate, ormai, è scoppiata. Ma Istria, Quarnero e Dalmazia devono fare i conti con una stagione turistica che, dopo un avvio assai promettente, non riesce a decollare. Anzi. E allora gli operatori del settore ci provano in tutti i modi, anche con sconti record, a “salvare” il salvabile.

È stato lo scorso weekend a far suonare il campanello d’allarme nell’industria turistica nazionale: ad entrare in Croazia dai vari valichi di confine sono state 780 mila persone, ben 120 mila in meno rispetto ad un anno fa.

Un dato molto preoccupante, che arriva in piena stagione turistica, quella alta e che dovrebbe in molto piazze far segnare il tutto esaurito. Non è così. A Clarino (Zlarin), nel Sebenzano, il proprietario di un albergo ha deciso di tagliare del 50 per cento il prezzo del soggiorno della durata di sette giorni. E lo sconto resterà in vigore fino a tutto settembre. La stessa riduzione viene praticata anche in un hotel 2 stelle di Porto Albona (Rabaz), in Istria, come pure in un albergo 4 stelle sull’isola di Pago, prezzo in vigore dal 15 luglio al 10 agosto.

Tante le azioni promozionali lungo le coste orientali dell’Adriatico, con prezzi ribassati del 10, anche 20 e 30 per cento. Siamo in luglio ma pare di essere in maggio o in ottobre, con stanze d’albergo vuote, affittacamere alla ricerca di clienti, campeggi che offrono numerose opportunità di sistemazione.

L’alta stagione, così gli esperti, non sta regalando soddisfazioni come quella dell’anno scorso. Dopo gli ottimi risultati conseguiti nel mese di giugno e in quello di maggio, luglio si presenta fiacco e nemmeno agosto promette risultati mirabolanti. Tra coloro che risultano colpiti dall’assenteismo dei vacanzieri d’oltreconfine e croati è anche Mario Jantol, direttore generale dell’impresa alberghiera Hoteli Baska, di Bescanuova, isola di Veglia: «Siamo messi male riguardo a dodici mesi orsono. Avevamo, nel 2012, il pieno nel 90 per cento delle capacità ricettive, mentre ora arriviamo a malapena al 75 per cento. Purtroppo qualche volta dimentichiamo che i nostri ospiti debbono spendere 200 euro tra autostrade, traghetti, ponte di Veglia e parcheggi. Se a ciò aggiungiamo i 20 euro quotidiani per sdraio e ombrellone sulle nostre spiagge, allora non deve sorprenderci che la gente continui ad andare in vacanza in Egitto, Grecia e Turchia. In quest’ultimo Paese poi gli ombrelloni non costano un centesimo».

A scocciare e non poco sono pure i lavori di scavo che avvengono in questo momento a Cherso e Pago. Nonostante uno speciale provvedimento impedisca a ruspe e maestranze di essere in azione dal 15 giugno al 15 settembre, le violazioni non mancano. «C’è un fastidioso inquinamento acustico – spiega Oliver Filipas, presidente dell’Assoaffittacamere di Cherso – si lavora sulla statale Faresina – Lussingrande, con tanta polvere e rumore. Tanti i nostri ospiti che, vista la situazione, hanno lasciato l’isola, cercando siti più tranquilli».

Andrea Marsanich
www.ilpiccolo.it 19 luglio 2013

 

 

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