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Croazia-UE: domenica referendum su adesione, sì in vantaggio (AnsaMed 17 gen)

In vista del referendum di domenica prossima sul trattato di adesione della Croazia all’Unione europea, la maggior parte delle forze politiche e sociali si sono espresse a favore dell’ingresso del paese nella Ue, previsto per il primo luglio 2013. ‘‘L’adesione della Croazia garantirà una base solida per utilizzare in pieno le potenzialità creative del nostro giovane Paese’’, ha dichiarato il presidente Ivo Josipovic, invitando i cittadini a votare a favore e ricordando che esattamente vent’anni fa, il 15 gennaio del 1992, fu proprio l’allora Comunità europea a riconoscere per prima l’indipendenza di Zagabria da Belgrado. Il ministro degli Esteri, Vesna Pusic, ha più volte fatto appello a votare sì, spiegando che un rifiuto dell’adesione spingerebbe la Croazia nell’isolamento e accentuerebbe la crisi economica.

Nel parlamento, eletto lo scorso dicembre, su 151 deputati in rappresentanza 11 partiti politici, solo un partito con un deputato, di stampo nazionalista, si oppone all’adesione. Quasi tutte le istituzioni culturali e accademiche, la società civile e la Chiesa cattolica si sono anch’esse pronunciate a favore.

Gli avversari dell’ingresso in Europa sostengono che l’economia croata non è ancora pronta e che molte piccole e medie imprese saranno soffocate dalla concorrenza europea. Gli euroscettici in Croazia appartengono soprattutto alla destra nazionalista o ultraconservatrice, che giudica negativamente la perdita di alcune prerogative della sovranità nazionale come anche ‘‘l’ideologia liberale europea’’ che sarebbe dannosa per i valori tradizionali e l’identità nazionale croata. La sinistra radicale, molto debole in Croazia, è invece critica dello stesso concetto di integrazione europea, che vede come ‘‘sistema di oppressione istituito dalla forze neoliberali e imperialiste’’.

La maggior parte dei sondaggi indica che tra il 55 e il 58 per cento dei croati si esprimerà a favore, contro il 28-30 per cento di contrari. Per ora solo un sondaggio, presentato da una coalizione di organizzazioni nazionaliste contrarie all’adesione, ha mostrato una lieve maggioranza del 52 per cento di cittadini intenzionati a votare no. Dopo otto anni di negoziati, Zagabria ha firmato lo scorso 9 dicembre il Trattato di adesione della Croazia come 28/mo Paese membro, a partire dal primo luglio 2013. Dopo la Slovenia, sarà il secondo paese ex jugoslavo a far parte dell’Unione. La Croazia è l’unico Stato europeo a maggioranza cattolica a non far ancora parte dell’Ue. Nel caso di un esito positivo della consultazione referendaria, che per essere valida non esige un quorum definito ma una semplice maggioranza dei voti effettivamente espressi, i Paesi membri dovranno ratificare il Trattato nei loro rispettivi parlamenti nazionali.

 

(fonte AnsaMed 17 gennaio 2012)

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