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Croazia, un anno dopo la morte in mare dei coniugi padovani (Il Piccolo 19 giu)

Il pugno di ferro è stato annunciato ieri dal ministro croato della Giustizia Orsat Miljenic: «Vogliamo un inasprimento della pena per chi guida in modo pericoloso nelle acque di mare, lago e fiume. Vogliamo che la Croazia sia un Paese sicuro anche in questo settore, garantendo tranquillità a diportisti e bagnanti. Insisterò che la guida rischiosa di navi, motoscafi, acquascooter e altre imbarcazioni sia ritenuta un reato penale, a differenza di ciò che avveniva finora, con pene non adeguate alla gravità di quanto commesso».

 

La proposta di Miljenic prevede fino a tre anni di reclusione. La modifica sarà all’esame dell’apposito gruppo di lavoro sul nuovo Codice penale, approvato dal Sabor (Parlamento croato): entrerà in vigore il primo gennaio 2013. Appare scontato che la guida pericolosa in mare, lago e fiume sarà equiparata a quella su strada, che contempla fino a tre anni di carcere per chi guida contromano in autostrada, supera di 50 chilometri la velocità consentita in un centro abitato o si mette al volante ubriaco o drogato.

 

Anche se al dicastero di Miljenic nessuno ha voluto confermare l’ipotesi, pare proprio che la decisione di adottare sanzioni draconiane per diportisti e comandanti di navi sia stata presa dopo il terribile incidente dell’anno scorso nelle acque dalmate, protagonista il tycoon zagabrese Tomislav Horvatincic. Costò la vita ai coniugi padovani Francesco Salpietro e Marinelda Patella e provocò choc in Croazia e Italia. Proprio ieri al Tribunale regionale di Sebenico è ripreso il processo a carico del controverso imprenditore che, ricordiamolo, alla prima udienza aveva dichiarato di non essere colpevole per quello che avvenne il 16 agosto 2011 nelle acque a Sud di Capocesto (Primosten), dove il suo motoscafo centrò in pieno la barca a vela dei due veneti, uccidendoli all’istante.

 

A testimoniare è stato Davor Jelavic, dell’amministrazione cittadina di Zagabria, chiamato al cellulare da Horvatincic subito dopo l’incidente: «Con voce triste mi disse di avere avuto un incidente in mare con morti. Aggiunse di avere contattato il sindaco di Zagabria Milan Bandic, mentre invece risultava muto il telefonino dell’allora ministro dell’Interno Tomislav Karamarko. Inviai un messaggino al ministro, informandolo di quanto era capitato a Horvatincic». Per Jelavic il suo amico Horvatincic era stressato dai tanti impegni. A testimoniare è stato ieri anche Nevijo Sokolic, titolare di un’azienda per la vendita d’imbarcazioni. Ha dichiarato alla presidente della Corte Maja Supe che in due occasioni Horvatincic si era lamentato affermando che il pilota automatico del suo motoscafo non funzionava a dovere. Il meccanismo del motoscafo killer era inserito, con il natante che filava a più di 25 nodi e a meno di 300 metri dalla costa. Horvatincic rischia fino a 10 anni di carcere.

 

Andrea Marsanich

“Il Piccolo” 19 giugno 2012

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